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William Shakespeare era bisessuale: lo studio dei ricercatori inglesi sul Telegraph

Secondo uno studio di due ricercatori inglesi su centocinquanta sonetti non vi è “alcun dubbio sul fatto che William Shakespeare fosse bisessuale”. Le prove sarebbero contenute in due sonetti dedicati a un “soggetto maschile non identificato” conosciuto a Londra, quand’era lontano dalla moglie. Il dibattito sulla sessualità del Bardo arriva da lontano, come quello sulla sua esistenza.
A cura di Redazione Cultura
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Uno studio rivela: William Shakespeare era bisessuale. L'analisi di due ricercatori britannici sull'opera del "Bardo" pubblicata sul The Telegraph, ad opera dei professori Stanley Wells e Paul Edmondson, rivelerebbe l'orientamento sessuale dell'autore dell'Amleto. Tema oggetto di un annodo dibattito da molto tempo. Lo studio ha analizzato oltre 150 sonetti che Shakespeare ha composto tra fine XVI e XVII secolo, da cui sono stati individuati ben 27 componimenti dedicati ad un individuo di sesso maschile, e questo benché Shakespeare fosse sposato con Anne Hathway dall’età di diciotto anni, da cui ebbe tre figli, Susan, Hamnet e Judith.

Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?": la dedica di Shakespeare a un misterioso amico

In realtà, la dedica al "fair youth" tra i sonetti shakesperiani non aggiunge nulla di nuovo a quanto è noto da tempo. Peraltro da anni è stato diffuso il mito di Shakespeare come icona della letteratura queer. Tuttavia le indagini sull’orientamento sessuale del poeta e drammaturgo di Stratford-upon-Avon si susseguono incessanti da decenni, così come quelli sulla sua reale esistenza, più o meno certa. Secondo la recente teoria dei professori inglesi, lontano dalla famiglia, a Londra, Shakespeare si sarebbe legato anche a degli uomini a cui avrebbe dedicato alcuni tra i versi più sublimi della storia della letteratura, come il Sonetto 18, dove troneggia il famoso verso: "Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?", rivolgendosi a un uomo non identificato.

La bisessualità dichiarata nel Sonetto 41

“Il linguaggio della sessualità in alcuni sonetti, chiaramente indirizzati a un soggetto maschile, non lascia dubbi sul fatto che Shakespeare fosse bisessuale”, ha affermato Paul Edmondson. La pistola fumante, secondo i due ricercatori, si troverebbe all'interno del sonetto 41, il cui destinatario è soventemente descritto come un amico, in cui Shakespeare parla esplicitamente di bellezza oltre il gender:

Quei piacevoli peccati che tua libertà commette
quando talvolta sono assente dal tuo cuore,
ben si addicono ai tuoi anni e alla tua bellezza
perché ovunque tu vada, tentazion ti è vicina.
Tu sei di nobil cuore, quindi da conquistare
bello tu sei, e quindi da sedurre.

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