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Shakespeare, in un documento del ‘600 la vera identità del bardo

La ricercatrice americana Heather Wolf ha scoperto in un documento del XVII secolo un indizio che dimostrerebbe la reale esistenza di William Shakespeare, attraverso la concessione di uno stemma araldico ereditato da suo padre John, un umile guantaio con aspirazioni di crescita sociale.
A cura di Redazione Cultura
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Il "Chandos", ritratto di William Shakespeare non confermato attribuito a John Taylor
Il "Chandos", ritratto di William Shakespeare non confermato attribuito a John Taylor

Secondo quanto riferisce il New York Times, la ricercatrice americana Heather Wolf ha scoperto in un archivio un documento risalente al XVII secolo che dimostrerebbe la reale esistenza di William Shakespeare, figlio di un umile guantaio della cittadina di Stratford on Avon. La scoperta della studiosa americana, esperta di scrittura elisabettiana e curatrice di manoscritti al Folger Shakespeare Archive di Washington, riguarda un disegno: uno stemma di famiglia raffigurante un falco che tiene fra gli artigli una lancia.

In realtà che John Shakespeare, padre del William nato a Stratford, avesse fatto richiesta di ricevere uno stemma araldico assegnato alle famiglie blasonate ed ereditabile, era storia nota. La scoperta della studiosa statunitense consiste, infatti, in un documento scritto in inglese arcaico in cui l'attribuzione dello stemma viene concessa a "Shakespeare l’attore": un indizio che, difatti, risolverebbe l'eterna querelle sulla reale esistenza o meno dell'autore di "Giulietta e Romeo", "La tempesta", oltre a un numero enorme di capolavori letterari e teatrali, pietra miliare della nostra cultura e civiltà.

Qualche mese fa, intervistata da Fanpage.it, la maggiore esperta di William Shakespeare in Italia, Nadia Fusini, aveva dichiarato che, indipendentemente da eventuali nuove prove, non v'è dubbio della reale esistenza di Shakespeare già da parecchio tempo. Al contrario James Shapiro, uno dei maggiori esperti sulla vita di Shakespeare, ha definito questo ritrovamento “di grande importanza”.

Di poco tempo fa, invece, la notizia per cui ben 17 opere teatrali su 44 di William Shakespeare sarebbero state scritte assieme ad altri autori. E così, dalla prossima edizione omnia del Bardo, si è deciso di cambiare. Sul frontespizio delle opere in questione, infatti, la Oxford University Press ha deciso di inserire i nomi dei coautori del grande drammaturgo inglese sulla cui reale identità si discute da sempre. Almeno fino a oggi.

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