16 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Scoperte superstrade nella foresta pluviale: la prima civiltà Maya era più avanzata di quanto si pensi

Sono state scoperte delle antiche superstrade nella foresta pluviale del Guatemala. Gli esperti sostengono che questa potrebbe essere una rivelazione per comprendere meglio la prima civiltà Maya, probabilmente più avanzata di quanto si pensi.
A cura di Cristina Somma
16 CONDIVISIONI
analisi dei raggruppamenti architettonici, pubblicata sulla rivista Ancient Mesoamerica.
Analisi dei raggruppamenti architettonici, pubblicata sulla rivista Ancient Mesoamerica.

Nuovi insediamenti scoperti tra le alte vegetazioni della foresta pluviale settentrionale del Guatemala. Si tratta di 964 insediamenti Maya suddivisi in 417 città, ma interconnessi tra loro tramite superstrade. Il nuovo sito è di circa 1.683 km² e rivela novità riguardo gli antichi mesoamericani e la civiltà Maya. La zona nasconde resti di civiltà antiche risalenti a 2000 anni fa, impossibili da scoprire prima dell'utilizzo del LiDar, una nuova tecnologia laser che ha consentito di scorgere intere città sotto le chiome degli alberi.

I ricercatori hanno trovato il nuovo sito nel bacino carsico di Mirador-Calakmul, nel Guatemala settentrionale con questo nuovo sistema di mappatura laser che ha consentito di individuare un'area composta da diversi villaggi Maya, caratterizzati da raggruppamenti architettonici connessi tra loro tramite una rete di sentieri rialzati (177 km), realizzati in fango e pietra di cava, che collegava le diverse comunità. Una scoperta che, secondo gli esperti, rivelerebbe una società più complessa di quanto si potesse immaginare.

Gli esperti sostengono che i Maya abbiano realizzato i percorsi sopraelevati con un processo simile a quello usato dagli antichi egizi per costruire le piramidi. Probabilmente quindi i sentieri sono state costruite creando casse di pietra da 3 a 4,5 metri, poi riempiendole, impilandole e livellandole, creando così delle vere e proprie superstrade, larghe fino a 40 metri. Questi percorsi venivano chiamati dai Maya "Sacebe", ovvero "strada bianca" perché sulla superficie del manto stradare c'era uno spesso strato di intonaco bianco che serviva a rendere visibile il percorso di notte, riflettendo la luce della luna.

Analisi
Analisi dei raggruppamenti architettonici, pubblicata sulla rivista Ancient Mesoamerica.

"Non c'erano animali da soma nella regione Maya – ha detto Marcello Canuto, professore di antropologia e direttore del Middle American Research Institute della Tulane University –  e non pensiamo che ci fossero veicoli a ruote su queste strade rialzate come le strade romane, come carri o altro, ma sicuramente erano costruite per permettere alle persone di interagire, comunicare e probabilmente viaggiare tra un sito e l'altro". L'ipotesi è che questi villaggi interconnessi, per quanto diversi, fossero governati dallo stesso regime perché la costruzione delle superstrade ha sicuramente coinvolto molta manodopera ed è stato necessario un grande coordinamento. "Sono progetti di lavoro complessi – ha spiegato Canuto – che avrebbero richiesto un coordinamento e una qualche forma di gerarchia".

Analisi
Analisi dei raggruppamenti architettonici, pubblicata sulla rivista Ancient Mesoamerica.

Canuto però non ha partecipato allo studio di questa scoperta, ma è stato co-direttore di una ricerca che ha usato la tecnologia LiDar per rivelare oltre 60mila antiche strutture Maya nel 2018. Il LiDAR è stato utilizzato per individuare i resti delle prime civiltà Maya dal 2015, quando sono stati effettuati due rilievi su larga scala della metà meridionale del bacino carsico di Mirador-Calakmul. La tecnologia consente di effettuare queste scoperte senza danneggiare le foreste pluviali.

I flash luminosi del LiDAR vengono emessi da un aereo che sorvola la foresta e consente agli impulsi di rimbalzare sugli oggetti sottostanti prima di tornare al sensore. Il suo utilizzo ricorda quello del sonar che però usa il suono per localizzare le strutture. Il sensore LiDAR riesce a tener traccia del tempo di ritorno di ogni impulso e così crea una mappa tridimensionale dell'ambiente sottostante.

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views