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‘O Sole mio: 100 anni fa moriva Giovanni Capurro, autore della famosissima canzone napoletana

Il 18 gennaio 1920 muore, a Napoli, Giovanni Capurro. Giornalista e poeta, Capurro muore in quella stessa città a cui aveva regalato uno dei suoi “inni” più celebri: ‘O Sole mio. Una canzone leggendaria, portata al successo anche grazie al talento di Ernico Caruso: ma quando venne pubblicata, nel 1898, ‘O Sole mio non ebbe tutto il successo sperato. Ecco la sua storia, e quella del suo dimenticato autore morto un secolo fa.
A cura di Federica D'Alfonso
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La copertina dell'edizione inglese di 'O Sole mio, Biblioteca Nazionale 'Vittorio Emanuele II', Napoli.
La copertina dell'edizione inglese di ‘O Sole mio, Biblioteca Nazionale ‘Vittorio Emanuele II', Napoli.

“Ma n’atu sole cchiu’ bello, oi ne’. ‘O sole mio sta ‘nfronte a te!”: tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo canticchiato l’indimenticabile motivetto di questo classico della canzone napoletana. Come per tutti i classici, dell’origine di questi versi musicali si è persa la memoria, così come del suo autore: quando si pensa a ‘O Sole mio vengono subito in mente le memorabili interpretazioni di Caruso e Pavarotti, o l’ancor più celebre versione americanizzata da Elvis Presley col titolo di “It’s Now or Never”, e il nome di Giovanni Capurro resta nell'ombra. Ma il genio non ha bisogno di essere celebrato per entrare nella storia: è questo il caso dell’autore napoletano, morto esattamente un secolo fa.

Giovanni Capurro, il dimenticato autore di ‘O Sole mio

Giovanni Capurro.
Giovanni Capurro.

Giovanni Capurro scrisse tantissime canzoni oggi meno conosciute di ‘O Sole mio, ma altrettanto belle e, all’epoca in cui vennero pubblicate, altrettanto famose. Più di trenta i testi prodotti in vent’anni, alternando la profonda passione per la musica e la poesia (in special modo quella di Carducci) al lavoro come giornalista e critico teatrale per il quotidiano napoletano “Roma”. Oltre che con Edoardo Di Capua, a cui va il merito di aver composto la celeberrima musica di ‘O Sole mio, Capurro negli anni collaborò molto spesso con altri due importantissimi compositori come Francesco Paolo Frontini e Salvatore Gambardella, considerato il vero padre della musica napoletana. Ma nonostante il suo talento poetico, riconosciuto e tributato dallo stesso Giosuè Carducci, Giovanni Capurro morì molto povero, e quasi dimenticato, in quella stessa città a cui aveva regalato la sua canzone più bella.

A Napoli Giovanni Capurro era anche nato, da una famiglia molto umile, nel cuore del centro storico, nel quartiere Montecalvario. Dopo l’esperienza di redattore per il periodico socialista La Montagna e per il Don Marzio, Capurro approda al “Roma” dove resterà fino alla fine. Fin da giovanissimo aveva tentato la strada della poesia, riscuotendo un discreto successo con i suoi versi dialettali in metrica greca, ma fu la canzone quella che regalò a Giovanni Capurro la notorietà, almeno per un po’.

‘O Sole mio: la canzone napoletana più famosa del mondo

Paul Martin canta 'O Sole mio in un film con Trude Herr e Jerome Courtland.
Paul Martin canta ‘O Sole mio in un film con Trude Herr e Jerome Courtland.

Ma come nacque la canzone napoletana più famosa di sempre? Si racconta che Edoardo Di Capua si trovasse ad Odessa, in Russia, quando Capurro gli fece pervenire quei versi ancora senza melodia. Il sole che tramontava sul Mar Nero, e non lo splendido golfo napoletano, fu l’ispirazione che il compositore cercò per scrivere la musica per quel testo composto a Napoli pochi mesi prima da un giornalista amante di poesia che vantava già un discreto successo in patria.

Nella copertina originale del libretto della canzone, e in quelli delle prime traduzioni in lingua inglese, compare una dedica che è parte dell’affascinante storia di questo brano: “alla nobil donna Nina Arcoleo”. Leggendo i versi di ‘O Sole mio si potrebbe pensare che sia l’affascinante dama a cui Capurro pensava, con amore, mentre componeva la sua poesia in musica. In realtà, la storia è molto meno romantica di così: Anna Maria Arcoleo era la moglie di un deputato napoletano, vincitrice di uno dei primi concorsi di bellezza della storia, indetto proprio a Napoli in quegli anni. Capurro pensò di dedicare a lei la canzone, nella speranza di avere una raccomandazione per il festival di Piedigrotta al quale si preparava a partecipare: speranza tradita, poiché ‘O sole mio si classificò solo seconda.

25 lire: fu questo il prezzo che l’editore Bideri pagò a Giovanni Capurro ed Eduardo Di Capua per acquistare i diritti di ‘O Sole mio all'indomani di quel concorso musicale in cui la canzone si era classificata solo seconda. È infatti a Piedigrotta che i celeberrimi versi musicati vengono ascoltati per la prima volta, in occasione della Festa che tradizionalmente si tiene ogni 8 settembre. Quando nel 1898 ‘O Sole mio venne pubblicata, valeva poco meno di 25 lire: ma col tempo, nemmeno troppo in realtà, essa divenne una delle canzoni più famose del mondo.

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