Nobel per la Letteratura 2025, il vincitore è László Krasznahorkai, maestro dell’Apocalisse

L'Accademia Svedese ha assegnato il Premio Nobel per la Letteratura allo scrittore ungherese László Krasznahorkai, autore di un capolavoro come Satantango che segue la vittoria del 2024 di Han Kang, scrittrice coreana, prima donna asiatica a vincere il premio, famosa per libri come La Vegetariana, Atti umani e Non dico addio (tutti pubblicati da Adelphi). Lo scrittore, come sottolinea anche l'Accademia si inserisce nella tradizione mitteleuropea che si estende da Kafka a Thomas Bernhard, ed è caratterizzato dall'assurdità e dall'eccesso grottesco. Krasznahorkai ha vinto "per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell'arte".
Nato nel 1954 nella cittadina di Gyula, nel sud-est dell'Ungheria, al confine con la Romania, in un'area rurale, lo scrittore ha usato proprio il luogo in cui è nato e cresciuto per ambientare quello che è uno dei suoi romanzi più famosi, Satantango, appunto, da cui Bela Tarr ha tratto l'omonimo film. Tra le sue opere più amate e apprezzate – e tradotte in Italia da Bompiani – ci sono sicuramente Melancolia della resistenza, Il Ritorno del Barone Wenckheim, vincitore del National Book Award for Translated Literature nel 2019, Guerra e guerra e Seiobo è discesa quaggiù. Susan Sontag lo descrisse come Maestro dell'Apocalisse della letteratura contemporanea dopo l'uscita del suo secondo libro Melancolia della resistenza, e in generale lo scrittore è amato per la sua lingua, pr l'erudizione che riesce comunque a essere sempre accresciuta da una leggera ironia, giocando con i generi, dal postmodernismo al fantasy che spesso, però, sono bagnati dalla pioggia ungherese (benché ormai viva a Berlino.
La sua Bibbia, ha dichiarato in un'intervista alla Paris Review, è Sotto il Vulcano di Malcolm Lowry oltre, ovviamente, a Franz Kafka, una cui frase fa da esergo al suo libro d'esordio. È famoso per aver raccontato che avrebbe voluto scrivere un solo libro e poi dedicarsi ad altro, tipo la musica, voleva vivere coi più poveri perché era cresciuto proprio in villaggi poveri e periferici, sopravvivendo grazie a lavori saltuari, come il minatore, poi ha diretto varie biblioteche o Case di lettura in alcuni villaggi dove la gente poteva leggere i classici ma è stato anche guardiano notturno di mucche con Lowry in una tasca, ha scritto, e Dostoevskij nell'altra. Poi nel 1985 scrisse il suo primo romanzo, Satantango, che gli diede la fama mondiale.

Krasznahorkai ha confermato quelle che erano le sensazioni dei giorni precedenti, essendo uno dei candidati forti alla vittoria finale. Lo scrittore ungherese ha battuto scrittori e scrittrici che da anni sono nella lista dei favoriti da anni, come l'australiano Gerald Murnane, autore di culto e riportato in Italia da Safarà senza contare il nome che da anni ci si aspetta che possa ricevere il premio, ovvero il giapponese Haruki Murakami, autore amatissimo in tutto il mondo, mentre meno conosciuto a livelli internazionali, ma tra i candidati forti, la scrittrice cinese Can Xue, riportata in Italia da Utopia Editore e autrice de La strada di fango giallo. Niente da fare, ancora una volta, per l'Italia che aveva tra i candidati forti solo Claudio Magris, nome che da anni, in solitaria, si gioca le proprie carte.
La decisione, come sempre, è stata presa in segreto e si basa su un criterio istituito da Alfred Nobel, ovvero che il vincitore sarà "alla persona che avrà prodotto nel campo della letteratura l’opera più eccezionale in una direzione ideale”. Nei giorni scorsi sono stati assegnati i Premi Nobel per la Chimica a Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi per i loro studi sulle strutture molecolari, per la Fisica a Clarke, Devoret e Martinis per scoperte sulla meccanica quantistica mentre per la Medicina sono stati premiati Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi per le scoperte sulla tolleranza immunitaria.