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Museo della lingua italiana, appello a Franceschini: “Tuteliamo l’italiano, è bellissimo”

Punta alle cinquemila firme la petizione lanciata dal linguista Giuseppe Antonelli, da sottoporre al Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, con l’intenzione di istituire un Museo della lingua italiana. La proposta, appoggiata dai più prestigiosi istituti culturali del nostro Paese, punta a realizzare un museo dinamico e interattivo che valorizzi “l’immagine di una grande lingua”.
A cura di Redazione Cultura
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Sono oltre 2500 le persone che hanno già firmato la petizione online su change.org lanciata dal linguista Giuseppe Antonelli per realizzare un Museo della lingua italiana. Iniziativa a cui da tempo collaborano alcune grandi istituzioni culturali che nel nostro Paese si occupano della lingua: l'Accademia della Crusca, la Dante Alighieri, l'Accademia dei Lincei, l'Associazione per la Storia della lingua italiana, l'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. L'idea è arrivare presto a cinquemila firme e con quelle rivolgersi al Ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, per realizzare il sogno di un museo per la lingua italiana, che non ne ha mai avuto uno. "Un museo grande, articolato, tecnologico come quelli dedicati ad altre lingue" è scritto nella petizione. "A dispetto di proposte e tentativi, quel museo è rimasto un sogno. Questa petizione è un modo per avviare la realizzazione di quel sogno."

Museo della lingua italiana tra tradizione e tecnologia

In cosa consiste e come potrebbe essere fatto un Museo della lingua italiana? "Quello a cui pensiamo" sostengono i promotori dell'iniziativa "è un grande Museo della lingua italiana, dinamico e interattivo, in cui siano esposti non solo documenti, ma oggetti di vario tipo che possano di volta in volta evocare una parola, un’idea, una questione, un’epoca". Si tratterebbe, dunque di "un allestimento multimediale e interattivo che, evidenziando i momenti salienti della storia dell’italiano, restituisca a ogni visitatore l’immagine di una grande lingua."

Le mode cambiano, l'italiano resta

Naturalmente un grande museo contemporaneo non può prescindere, oltre che dalla tutela del passato, dall'immaginare il futuro. Perché una lingua è viva soprattutto se guarda avanti. "Una lingua capace di affrontare e vincere le sfide sempre nuove imposte dal progredire del sapere, del costume, della tecnica. Perché le mode cambiano, ma l’italiano resta" si conclude l'appello.

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