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Festival di Sanremo 2023

Milionari che danno voce alle minoranze e ottantenni che cantano: questa è l’Italia che amiamo

#SANSATIRA Giorno due: Gaber, in una sua celeberrima canzone, si domandava “cos’è la destra, cos’è la sinistra?” Io lo farò con ogni puntata del Festival di Sanremo, il più grande spettacolo italiano-medio. Sarà un’impresa quasi impossibile – perché in questo paese prima o poi si muore tutti democristiani – ma ce la faremo. E saranno fiumi di parole.
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#SANSATIRA Giorno due.
Quello che state per leggere è il racconto di ogni puntata del settantatreesimo Festival di Sanremo attraverso la lente d’ingrandimento della satira: il festival della canzone italiana visto secondo le regole dalla par condicio. E proprio come in un suo famosissimo brano, Gaber – maestro della canzone italiana – si domandava "cos'è la destra? ma cos'è la sinistra?" cercando di identificare alcuni comportamenti dell'italiano medio, io lo farò con ogni serata del più grande spettacolo medio d'Italia. E direi che considerando come ha avuto inizio questa edizione, con il Presidente della Repubblica ospite d’onore, mai lettura fu più appropriata.

Prima di cominciare però credo che sia doveroso comunicare che dopo il monologo di Angelo Duro, Morandi ha cambiato il testo della sua canzone in: “fatti mandare dalla mamma, a puttane”.

Innanzitutto è opportuno ricordare se il Festival sia di destra o di sinistra ma su questo non vi sono dubbi: è lo spettacolo nazional popolare per antonomasia e quindi democristiano. E se la prima è stata la serata istituzionale, molto italiana (cit), molto democristiana – dove anche lo sbrocco di Blanco era preparato e pilotato da una regia occulta in puro stile democristiano -, la seconda è stata all’insegna della trasgressione o del disagio a seconda dei punti di vista. E quella sottile linea che divide, appunto, la trasgressione dal disagio è stata perfettamente interpretata da Sethu, in veste di sosia di Jim Carrey in “Scemo e più scemo”, acconciato da vulcaniano.

Apre la gara Will con Stupido che fa parte della macrocategoria molto presente in questa serata e molto amata dai boomer “E questo chi cazzo è?”. Subito dopo i Modà – per abbigliamento, temperamento, testi e musiche senza alcun dubbio di destra – che insieme allo spot della fiction dedicata al bambino e al poliziotto, servono un po’ a bilanciare a destra una puntata occupata da molta fluidità gender chiaramente invisa al popolo della famiglia. Ovviamente non credo sia necessario precisare che una fiction Rai (già di per sé di destra), dedicata a un poliziotto (ca va sans dire) e a un bambino (che appartiene appunto alla categoria dei bambini, notoriamente egoisti e rompiballe quindi di destra), sia molto vicina a Fratelli d’Italia.

Il momento più atteso e seguito è sicuramente la parte dedicata a Sanremo Giovani, o come mi piace definirla “Beverly Inps”, in cui tre ultrasettantenni dimostrano senza ombra di dubbio che in Italia non esiste il ricambio generazionale e la pensione è un miraggio nel deserto dei tartari, che non so bene cosa c’entri ma rende bene l’idea. Tutte e tutti però abbiamo sognato la stessa cosa anche se in pochi l’hanno ammesso: vedere Blanco correre sul palco e spaccare le quattro torte giganti.

In un’alternanza molto par condicio si susseguono con soluzione di continuità gli Articolo 31 – vabbè di sinistra seppure in versione “C’è posta per te” con tanto di abbraccio e perdono finale -, Lazza – “pheega” chiaramente di destra taaac -, Giorgia – romana de roma de core de sinistra -, Renga e Nek – ovviamente di destra sia perché Francescone lo ha più volte dichiarato e sia per l’intramontabile (anche se spesso rinnegato) e immortale hit del 1993 “In te”, canzone ancora oggi molto amata da Pillon e Adinolfi, in cui un giovanissimo Nek cantava fieramente  “In te, Lui vive in te, Si muove in te, Respira in te, Gioca e non sa che tu vuoi, Buttarlo via”.

Strappare la foto di un vice ministro travestito da nazista in diretta mondiale è sicuramente di sinistra, contro ogni ragionevole dubbio. È singolare però dover constatare che i messaggi più radicali, femministi e libertari, vengano trasmessi da due delle persone più ricche in Italia, nello stesso giorno in cui Joe Biden, dichiarandosi amante del capitalismo, ammette che i ricchi vadano tassati prima e più del resto della popolazione #TaxTheRich.

Resta comuqnue un piacere per le orecchie sentire le parole di Fedez (non altrettanto la sua voce però): “Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler. Purtroppo l'aborto è un diritto sì, ma non l'ho detto io l'ha detto un ministro. A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti.” Mettendo un bellissimo punto a tutta l’inutile querelle riguardante Rosa Chemical che chiude altrettanto elegantemente la questione dicendo: "Volevo dedicare questa canzone a chi almeno una volta nella vita si è sentito sbagliato, ma era solo diverso."
E considerando il bellissimo monologo sulle carceri minorili di Francesca Fagnani possiamo dire senza tema di smentita, che il festival è la voce canora dei diritti di tutte le minoranze, quindi molto di sinistra, ma a dar loro voce sono sempre e comunque dei milionari, quindi molto di destra: perché il festival non si sbilancia mai, sempre e comunque democristiano.

I look sono decisamente variopinti e di vario genere: presentarsi total leopardata come Shari in versione safari è decisamente di destra, mentre il total white di Madame come degli Articolo31, sicuramente di sinistra: falsificare un green pass invece è proprio di cattivo gusto e questa mia ultima affermazione invece molto democristiana.

Stupisce il testo di Tananai con una canzone che sembra interamente scritta con il suggeritore da testiera di uozzapp, anche se riesco benissimo ad immaginare come siano andate le cose in puro stile “autori di Boris”:
– “Oh raga, minchia bella lì: cos’è che fa rima con i Police (il gruppo ndr)?”
– “Oh oh ce l’ho: la police (la polizia ndr)!
– “Michia oh GE NIO!”

Chiudono la serata Paola e Chiara, total brillantinate, molto pride, molto disco 2000 che ci lasciano però con un dubbio sconvolgente a cui forse non riusciremo mai a dare risposta: come è possibile che ci siano volute 11 persone, undici, ventidue mani per scrivere il testo della loro canzone???
– Oh raga cos’è che fa rima con: "in questa notte di sole e furore"?
– non lo so…
– ora ci penso…
– boh…
– e io che cazzo ne so, scrivo canzoni per Paola e Chiara mica sono un poeta.
– mah.
– non so…
– chiamo a casa…
– non ne ho idea.
– CE L’HO: RUMORE!
– GE NIOOOO !

Come avrebbe detto il compianto Freak Antoni "Non c'è gusto in Italia a essere intelligenti". Anche perché non c’è niente da fare alla fine si muore tutti democristiani,

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