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La scrittrice Michela Murgia contro Salvini con il “gioco dei curriculum”: “Io ho lavorato. E tu?”

La polemica sta facendo il giro dei social proprio in queste ore: la scrittrice sarda Michela Murgia ha risposto con un durissimo post su Facebook alle accuse di Matteo Salvini che l’ha definita “intellettuale radical chic e snob”. L’autrice di “Accabadora” non ci sta, e risponde con i fatti: snocciolando il suo lungo curriculum da lavoratrice precaria, e affermando “è lei, ministro, quello davvero distaccato dalla realtà”.
A cura di Federica D'Alfonso
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La scrittrice Michela Murgia in polemica con Matteo Salvini: "Io ho lavorato. E tu?"
La scrittrice Michela Murgia in polemica con Matteo Salvini: "Io ho lavorato. E tu?"

“Nel 2006, mentre usciva il mio primo libro, io facevo la portiera notturna in un hotel, passando le notti in bianco per lavorare e riuscire anche a scrivere. Lei invece decadeva da deputato, ma atterrava in piedi come vicesegretario della lega nord e teneva comizi contro i terroni e Roma ladrona”. Esiste un nuovo gioco social, chiamato la “sinossi dei curriculum”: ad inventarlo, la scrittrice Michela Murgia. Il gioco consiste nel rispondere ad un tweet offensivo di Matteo Salvini, che la accusa di essere una “intellettuale radical chic e snob”, con i fatti: con la sua lunghissima carriera da studentessa lavoratrice prima, da precaria poi.

Nella giornata di martedì il ministro Salvini pubblica un post sulla sua pagina Facebook criticando la scrittrice sarda per la sua forte presa di posizione nei confronti di Carlo Rinaldi, un inviato della trasmissione “Quarta Repubblica”, che durante l’assemblea generale “On Board” organizzata da Mediterranea, le ha posto una domanda sulla questione immigrazione. La risposta di Michela Murgia era stata un secco rifiuto a dialogare con l’inviato di Mediaset.

Il post di Matteo Salvini su Michela Murgia.
Il post di Matteo Salvini su Michela Murgia.

Un rifiuto che Salvini ha interpretato come “spocchia” di una “intellettuale radical chic e snob”. Ma Michela Murgia non ci sta: nella giornata di ieri l’autrice di “Accabadora” e di “Istruzioni per diventare fascisti” ha scritto un lungo post in cui spiega al ministro perché il profilo tracciato dal ministro non sta in piedi. Lo ha fatto con forza, e con ironia, proponendo un “gioco”: la “sinossi dei curriculum”.

Ieri il ministro degli interni Matteo Salvini ha pensato bene di fare l’ennesimo tweet contro di me virgolettandomi come intellettuale radical chic e snob. È il suo giochetto preferito quello di far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto. Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama “sinossi dei curriculum”.

Diplomata nel 1991 come perito aziendale mentre faticosamente lavorava come cameriera stagionale, due anni dopo Michela inizia la faticosa “carriera” da insegnante precaria, alla quale segue un’esperienza come lavoratrice in una centrale termoelettrica. Di nuovo lavori precari da cameriera, lontana dalla sua terra, e come impiegata di call center: anche quando esce il suo primo libro, nel 2006, la Murgia è costretta a lavorare come portiera notturna in un hotel per potersi mantenere. È questo il racconto che la scrittrice sceglie di fare per decostruire la narrazione suggerita da Matteo Salvini sulla sua persona, concludendo:

Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera.

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