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Jovanotti: “Volevo che oltre a panini e cappellini, in tour i miei fan potessero comprare poesie”

Jovanotti e Nicola Crocetti si sono incontrati per curare assieme una raccolta di poesie (da spiaggia) e farle arrivare a quante più persone possibili.
A cura di Francesco Raiola
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Che Jovanotti sia da sempre un amante della poesia è chiaro a chiunque lo segua sui social e lo è stato ancora di più quando durante l'ultimo Festival di Sanremo ha recitato a memoria una poesia di Mariangela Gualtieri. Non sorprende quindi quando a Fanpage.it racconta che pensando al suo Jova Beach Party gli sia venuta in mente la possibilità di affiancare al classico merchandising e alla vendite di panini e birre anche un libro di poesie e che quel libro di poesie potesse essere pubblicato da Crocetti, editore tra i più attenti e sensibili alla poesia: "Il libro è nato da una visione, da un'immagine, stavo cominciando a progettare la mia avventura sulle spiagge (il Jova Beach party, ndr) e mi sono detto: ‘Pensa che bello se assieme ai panini e ai cappellini e alle birre, uno potesse comprare un libro di poesie'" come il cantante ha spiegato a Fanpage.it.

E così il libro, che è una raccolta di poesie e poeti (da Vladimir Majakovskij a Raine Maria Rilke, passando per Giuseppe Ungaretti, Robert Lowell, Chandra Livia Candiani, Mariangela Gualtieri,  Costantino Kavafis, Pablo Neruda, Emily Dickinson e tanti altri), è stata curata assieme a Nicola Crocetti, grecista, traduttore e fondatore della casa editrice che adesso rientra nella grande famiglia Feltrinelli. L'incontro tra i due potrebbe sembrare quasi sacrilego, ma quando parli con loro capisci come entrambi abbiano il massimo rispetto e la massima stima per l'altro, anzi Crocetti lo esplicita proprio: "Quando l'editor di Feltrinelli me l'ha proposto credo che avesse un po' di timore che rifiutassi sdegnosamente, in realtà ho accettato con entusiasmo perché conoscevo Lorenzo più di quanto lui conoscesse me e sapevo che era un profondo conoscitore della poesia".

Jovanotti e Nicola Crocetti (foto di Carmine Benincasa per Fanpage)
Jovanotti e Nicola Crocetti (foto di Carmine Benincasa per Fanpage)

E Jovanotti lo era di Crocetti, infatti l'idea è nata quando, durante la pandemia, l'autore di "I love you baby" ha comprato e letto l'Odissea di Nikos Kazantzakis tradotta in sette anni proprio dall'editore, facendosi accompagnare dai versi del poeta e scrittore, autore, tra l'altro anche di "Zorba il greco". Jovanotti ha anche immaginato di poter trarre un momento del suo tour estivo proprio da dedicare alla lettura di alcuni versi: "Il libro è nato in maniera rocambolesca assieme ad altri mille progetti che stavo portando avanti. Non ho avuto tempo di pensare a cosa potrebbe nascere da questo libro, però il suo approdo estivo potrebbe essere che qualcuno di questi versi vengano letti o recitati davanti a 40/50 mila persone al tramonto, pensa che potenza. Anche perché molte di queste poesie sono state scritte per questa destinazione, una lettura in un momento in cui i sensi si spalancano e si aprono e quella è la condizione ideale perché l'emozione si moltiplichi" ha spiegato Jovanotti a Fanpage.it.

Crocetti parla di Jovanotti come di un cavallo di Troia affinché la poesia possa arrivare a un pubblico più ampio, di lettori non abituali di poesie, un po' come fatto durante l'ultimo Sanremo: "il giorno dopo sia su Amazon che nelle librerie quel libro di Mariangela Gualtieri è andato esaurito e Einaudi è dovuta ricorrere a una ristampa velocissima. Questa è la riprova che Lorenzo ha fatto spalancare le mura della fortezza di Troia, recitando questa poesia e questa è la prova provata del fatto che per diffondere la poesia dove non arriva, ci vogliono i cavalli di Troia come lui". Per Crocetti il problema della poesia in Italia è che nessuno la legge: "Questo è un grande equivoco che circola in Italia, che la poesia passi attraverso la scrittura, infatti tutti scrivono e nessuno legge. Occuparsi di poesia significa innanzitutto leggerla; la poesia è ignorata da sempre e continua a essere ignorata, il modo migliore è leggerla, trovare persone come Lorenzo che fanno breccia in questo muro di indifferenza e che la fanno conoscere e amare".

Il primo incontro vero, viscerale con la poesia Crocetti lo ha avuto quando, decenne, gli regalarono una raccolta di poesia di Giovanni Pascoli, mentre Jovanotti deve molto a un corso sul Futurismo: "Incontrare la poesia è un dono inestimabile che uno riceve. La vera folgorazione è stata il futurismo al liceo scientifico, quando un professore d'italiano organizzò un seminario di teatro futurista, quindi senza saperne nulla mi iscrissi e ogni giovedì per tutto l'anno ci vedevamo e montammo una serata futurista che portammo in scena a fine anno. Fu un'esperienza bellissima perché incontrare la poesia come suono e anche come strumento per animare un corpo". Prima l'incontro con Rick Rubin e poi quello con Nicola Crocetti, Jovanotti ha costruito il percorso che voleva, andando oltre l'idea del ragazzo fortunato: "A me piace il mio lavoro per cui ho sempre cercato di mettermi in condizione che le cose accadessero, poi non mi sono mai sentito quello che doveva dimostrare qualcosa, anche a mia figlia dico che deve cercare il senso di quello che fa in quello che fa non nel riscontro che potrà avere negli altri, perché quello non lo controlli tu".

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