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Il caso dei resti del Partenone: anche la Gran Bretagna potrebbe restituirli alla Grecia

Per la prima volta, il British Museum ha confermato di essere in trattativa con la Grecia per un accordo che vedrebbe il ritorno ad Atene di alcuni dei marmi del Partenone.
A cura di Cristina Somma
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Partenone, Atene
(Photo by Donald Miralle/Getty Images)

Il British Museum ha confermato di essere in trattativa con la Grecia per un accordo che prevederebbe il ritorno ad Atene di alcuni marmi del Partenone. I marmi dell'antico tempio sono esposti al British Museum di Londra dal 1832, quando furono sottratte dall'Acropoli di Atene e portati in Inghilterra dal nobile scozzese Lord Elgin. Il primo a riportare la notizia della trattativa, il mese scorso, è stato il quotidiano greco Ta Nel, raccontando che le due parti si sarebbero in contrate segretamente per discutere della cessione dei reperti archeologici. Il presidente del British Museum George Osborne non ha confermato l'avvio delle discussioni, nonostante negli ultimi mesi abbia manifestato la volontà di trovare un accordo per risolvere la secolare controversia.

La questione è stata ripresa da altre testate e il 3 gennaio l'agenzia di stampa Bloomberg ha riferito che Osborne e il Museo dell'Acropoli di Atene pare stiano per raggiungere un accordo di prestito che potrebbe comportare "l'invio ad Atene di una parte dei marmi a rotazione per diversi anni". Le fonti anonime di Bloomberg sostengono che l'accordo potrebbe includere uno scambio di oggetti, parte del patrimonio artistico e culturale, con l'istituzione ateniese e che Osborne avrebbe preso in considerazione l'idea di esporre copie in gesso delle sculture del Partenone. "Abbiamo detto – ha spiegato un portavoce del British Museum al Guardian – pubblicamente che stiamo cercando attivamente una nuova partnership per il Partenone con i nostri amici in Grecia e, mentre entriamo in un nuovo anno, sono in corso discussioni costruttive".

La questione della cessione delle sculture e dei marmi del Partenone al British Museum e controversa e dibattuta da anni. Negli ultimi anni la discussione è diventata sempre più accesa soprattutto per quanto riguarda la rivendicazione della Grecia sui marmi, mentre la proprietà delle opere d'arte saccheggiate durante i periodi di colonizzazione è diventato d'interesse mondiale. Il museo sostiene che le sculture siano state acquisite legalmente per volere di Elgin che ebbe il permesso dell'operazione di trasferimento dalle potenze ottomane presenti in Grecia nel XIX secolo. Il governo britannico invece si è tirato fuori dal dibattito sostenendo che le decisioni riguardanti le opere d'arte del Partenone presenti al British Museum non rientrino nelle sue competenze legali.

Il mese scorso il museo ha spiegato la sua posizione in merito a questo argomento con un comunicato che recitava: "Non abbiamo intenzione di smantellare la nostra grande collezione, che racconta una storia unica della nostra comune umanità. Siamo alla ricerca di nuove collaborazioni positive e a lungo termine con Paesi e comunità di tutto il mondo, tra cui ovviamente la Grecia". I frammenti del fregio originale del Partenone sono sparsi nei musei di tutta Europa, ma stanno lentamente tornando in Grecia. Recentemente il Vaticano ha un annunciato una ‘donazione' di Papa Francesco alla Chiesa ortodossa greca che prevede la cessione di tre frammenti dei marmi del Partenone attualmente conservati nei Musei Vaticani. A maggio era successa una cosa simile con un frammento di fregio orientale del tempio prestato da un museo siciliano, poi rimasto ad Atene. Il reperto raffigura il piede della dea Artemide che si scorge da una unica ed era stato restituito tramiteun accordo di prestito quadriennale tra la Grecia e il Museo Archeologico Antonio Salinas di Palermo.

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