Hackerato il sito web del museo dei migranti, diventa un portale porno

Che figuraccia. Da giorni la home page del MEI – Museo Nazionale Emigrazione Italiana è stata hackerata e a tutt'oggi è ancora sotto attacco. Si scorge infatti nella home, dopo poche righe istituzionali di presentazione del museo (alloggiato provvisoriamente al Vittoriano di Roma, l'anno scorso chiuso dal ministro dei beni culturale Dario Franceschini) e delle ragioni dell'emigrazione italiana, il seguente testo inserito da qualche buontempone di hacker:
Per conoscere come è cresciuto il paese, per capire come si è sviluppata l’economia e la società italiana è indispensabile ricordare che milioni di contadini sono stati cacciati dalle loro terre, che altri milioni di lavoratori hanno preferito lasciare volontariamente un paese che non offriva porno gratis prospettive e che si serviva dell’emigrazione per mantenere bassa la pressione sociale.
Queste e altre chicche di simile tenore, insomma, è possibile ritrovare attualmente andando sul sito www.museonazionaleemigrazione.it con tanto di link a siti a luci rosse di svariata natura. Ma, come sempre, i barbari arrivano laddove da tempo crescono le erbacce. Quel museo, infatti, era nato per ricordare i milioni di italiani che hanno lasciato il Paese. Il sito dedicato al museo dell’emigrazione italiana, chiuso l’anno scorso, si ritrova in queste condizioni in conseguenza di una storia travagliata sin dall'inizio.
Prima, su volere dell'allora Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, fu aperto e provvisoriamente alloggiato al Vittoriano di Roma, poi di proroga in proroga si è andati avanti finché Franceschini non ne ha decretato la chiusura, spostando tutta la collezione di reperti al MuMa genovese sede di quello che, con quattromila metri e vari finanziamenti in più, sarà il definitivo Museo Emigrazione Italiana.