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Enrico Ruggeri: “Si può dare di più è la mia canzone con più ascolti, ma non all’altezza delle cose che scrivo”

Enrico Ruggeri ha detto che “Si può dare di più” non è all’altezza di altre cose che ha scritto. Ecco perché non rappresenta a pieno la sua musica.
A cura di Vincenzo Nasto
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Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri, via Getty Images
Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri, via Getty Images

In un suo recente post su X, Enrico Ruggeri ha mostrato le prime posizioni dei brani più ascoltati della sua discografia musicale su Spotify, sottolineando il dominio di "Si può dare di più". La canzone, in collaborazione con Gianni Morandi e Umberto Tozzi, ha vinto il Festival di Sanremo 1987, mettendosi alle spalle Toto Cutugno con "Figli" e, soprattutto, Al Bano e Romina, classificatisi in terza posizione con "Nostalgia Canaglia". Con oltre 13,5 milioni di streaming, "Si può dare di più" mostra anche la natura del commento del cantante milanese: "Ha più ascolti della somma delle altre cinque. Io, però, la ritengo superata e non all’altezza delle cose che scrivo. Non la canto dal vivo da almeno trent’anni".

Perché Enrico Ruggeri era uno degli autori più importanti nei primi anni '80

Ma ripercorriamo com'è nata una delle collaborazioni più importanti tra i tre autori italiani. Ruggeri conosce tra il 1984 e il 1987 uno dei momenti più prolifici della sua carriera da autore: scriverà, tra le altre canzoni, anche per Gianni Morandi "Anna e il freddo che ha", "Quello che le donne non dicono" per Fiorella Mannoia, "Colpo di Fulmine" per Anna Oxa e "Il mare d'inverno" per Loredana Bertè. Proprio in questi anni parteciperà due volte al Festival di Sanremo con "Nuovo swing" e "Rien ne va plus", rispettivamente nel 1984 e nel 1986, quest'ultima anche vincitrice del Premio della Critica. Tra le due partecipazioni, comparve anche l'album "Tutto scorre". Come ha raccontato nell'intervista a Oggi, la nascita di "Si può dare di più" la si deve alla permanenza nella Nazionale di calcio cantanti, ideata da Mogol nel 1969, dei tre interpreti.

Com'è nata Si può dare di più di Morandi, Tozzi e Ruggeri

Infatti, il brano, secondo le testimonianze dell'epoca, sarebbe nato nello spogliatoio della nazionale cantanti, di cui Ruggeri sarà uno dei punti fermi negli anni (e anche capitano), come racconta l'articolo di Valerio Coletta su Ultimo Uomo. Proprio "Si può dare di più" sarebbe dovuta diventare (e diventerà) l'inno della nazionale cantanti, ma dall'altra parte l'occasione unica per i tre artisti di cimentarsi in un nuovo percorso. Questa occasione si collocava nella stessa linea temporale di quanto accadeva oltreoceano con i progetti di beneficenza come "That’s What Friends Are For" del 1985 con Dionne Warwick, Elton John, Gladys Knight e Stevie Wonder, ma soprattutto "USA for Africa". Una collaborazione eccezionale che arriva anche in un determinato periodo storico per Ruggeri, che ha raccontato la difficoltà di essere celebrato, in quegli anni, da interprete.

Chi ha scritto Si può dare di più e il senso di rivalsa di Ruggeri

Infatti, ciò che sarebbe mancato all'epoca nella sua carriera è il riconoscimento da cantante, dopo essere diventato uno degli autori più prolifici in Italia. Fu uno dei rari brani interpretati da Ruggeri senza la sua firma autoriale. Infatti, come ricorda il giornalista Franco Zanetti, sarà Umberto Tozzi a concepire le prime strofe insieme a Giancarlo Bigazzi e Raf durante una festa natalizia a casa di Caterina Caselli, produttrice discografica in quel momento per la CGD (Compagnia Generale del Disco). Nell'intervista a Oggi, Ruggeri sottolinea come all'inizio il brano non lo convincesse, ma che le critiche sul suo canto lo spinsero ad accettare il segmento con le note più alte della canzone.

La vittoria al Festival di Sanremo 1987 e il caso del premio della critica a Fiorella Mannoia

Rimasero alcune remore, come sottolineerà lo stesso Ruggeri, dal punto di vista testuale: "Il verso sulla guerra e sulla carestia (‘Non puoi dire lascia che sia perché ne avresti un po’ colpa anche tu', ndr) mi sembrava populista. Si offrì di cantarla Morandi. Rispetto ai testi di oggi, è Proust". Il trio conquista il Festival di Sanremo 1987, anche se a poche ore dalla vittoria scompare Claudio Villa, un episodio che renderà "dolceamaro" il ricordo di quel festival. Un'altra particolarità di quell'edizione è la vittoria anche nel Premio della Critica per Ruggeri, ma non con "Si può dare di più". Ad aggiudicarsi il premio, infatti, sarà Fiorella Mannoia con "Quello che le donne non dicono", scritta da Ruggeri e Luigi Schiavone (qui la polemica tra l'autore e l'interprete della canzone sulle modifiche vissute negli anni).

La fine del trio e le riflessioni sulla visione di Ruggeri

La vittoria del Festival di Sanremo 1987 e le successive 250.000 copie vendute in Europa e in Giappone avevano proiettato il trio verso una conferma anche negli anni successivi, con concerti da fare insieme. Ma le pressioni discografiche, legate al potenziale economico della formazione, portarono Gianni Morandi a fare un passo indietro. Anche se già precedentemente Ruggeri aveva sottolineato come un'idea nata negli spogliatoi della nazionale cantanti potesse diventare un prodotto meramente industriale. E veniamo a oggi, con Ruggeri che sottolinea quanto quella canzone, entrata nell'immaginario musicale italiano, rappresenti meno la sua dimensione musicale. A pesare su questa visione non è stata solo l’assenza del suo apporto autoriale, ma anche il fatto che il brano, in parte, rappresentava il senso di rivalsa sull’opinione pubblica, e Ruggeri non aveva approvato alcuni passaggi testuali fin dall’inizio.

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