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Bronzi di San Casciano: nel santuario si praticavano medicina e chirurgia, le nuove scoperte

Dopo il ritrovamento delle statue di bronzo a San Casciano dei Bagni in Toscana gli archeologi hanno confermato che nel santuario si praticava medicina, compresi alcuni interventi chirurgici.
A cura di Cristina Somma
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Reperto archeologico San Casciano
Reperto archeologico San Casciano

Proseguono gli studi riguardanti gli scavi di San Casciano dei Bagni, località toscana dove, tra le altre cose, sono state ritrovate pochi mesi fa 20 statue di bronzo. Secondo le prime indiscrezioni emerse durante il convegno "Dentro il sacro", cominciato a Siena il 25 gennaio, con 54 relatori da tutte le università e gli istituti specializzati d'Italia, alla presenza del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e del rettore dell'Università per Stranieri Tomaso Montanari, ci sarebbero importanti novità riguardo al sito archeologico. Tra le tante, la scoperta di due ‘poliviscerali', ovvero due ex voto con la rappresentazione degli organi interni, riprodotti in maniera così precisa da assomigliare a una moderna Tac, che sembrano far riferimento a ‘modelli anatomici' in uso nel santuario. Poi rinvenuti anche strumenti da chirurgo offerti alle divinità che, insieme alle decine di ex voto, spesso con la forma di arti e organi umani come gambe, braccia, uteri e peni, raccontano di guarigioni ottenute o auspicate. Sono stati rilevati inoltre organi umani interni riprodotti nel bronzo con grande precisione, come solo chi conosce approfonditamente la materia può fare.

Secondo gli esperti ci sono pochi dubbi quindi riguardo il santuario termale di San Casciano che fu prima etrusco, poi romano: è molto probabile che lì si praticasse davvero medicina, compresi interventi chirurgici eseguiti sotto la protezione di divinità. Questo significa che le conoscenze scientifiche riguardo la medicina e l'anatomia di quel periodo erano molto più avanzate di quanto si potesse pensare. Contemporaneamente queste pratiche mediche si estendevano nell'ambito della divinazione, come emerso da alcuni simboli come un fulmine in bronzo posizionati sopra le statue quando i romani presero possesso del santuario.

Reperto archeologico San Casciano
Reperto archeologico San Casciano

L'archeologo e coordinatore delle ricerche Jacobo Tabolli spiega all'Ansa che le novità sono già tante, ma che i dati sono ancora preliminari e devono essere approfonditi con tutti gli altri studiosi che si stanno occupando del sito archeologico. Questa della destinazione d'uso non è stata però l'unica scoperta nuova rilevante. Dai reperti è emerso anche il nome della divinità che proteggeva il santuario. Pare si chiamasse "Flere Havens", che in etrusco può essere tradotto "Il nume della Fonte". A Fanpage.it Emanuele Mariotti, direttore dello scavo di San Casciano dei Bagni, disse che la scoperta era stata sì fortunata, ma non casuale.

Reperto archeologico San Casciano
Reperto archeologico San Casciano

L'esperto etruscologo Adriano Maggiani ha trovato l'iscrizione con il nome della divinità nelle dediche scolpite su cinque delle 24 sculture in bronzo rinvenute nel 2022, deposte intorno al I secolo d.C. nella parte più antica della vasca. Questo potrebbe significare che la divinità sia stata sempre la stessa durante tutto il primo periodo di vita del santuario, finché non è arrivata la dea Fortuna e che la fonte divinizzata sia la stessa e sia stata divinizzata per il potere curativo attribuito alle acque di quella zona. Inoltre, analizzando le statue è stato possibile rilevare anche il loro peso e scoprire che per ogni scultura era diverso. Ogni reperto era "multiplo" di sistemi precisi di peso. Probabilmente i bronzi venivano utilizzati come offerta e a ogni ‘grazia' ricevuta corrispondeva un costo che può essere identificato nella quantità di metallo di cui era composta la statua donata. Questo renderebbe chiaro il motivo per cui nella fase successiva, quella romana della Fortuna, i fedeli si recavano alla fonte e offrivano delle monete.

Durante il convegno che si è svolto a Siena è intervenuto anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha assicurato "massima attenzione" nei confronti di questo sito archeologico, poi ha aggiunto: "Abbiamo concordato di fare una prima mostra dei bronzi a Roma, al Quirinale, come fu per i Bronzi di Riace ". Poi ha sottolineato che tutti i reperti verranno conservati nel museo di San Casciano e ha annunciato che il ministero ha comprato il palazzo dedicato al racconto del sito archeologico nel centro storico della cittadina toscana. "È già pronto lo studio di fattibilità", ha aggiunto Massimo Osanna, responsabile dei musei di Stato.

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