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Napolitano non si dimette: due gruppi per formulare proposte di Governo

Al termine del giro di consultazioni supplementari il Capo dello Stato ha deciso di formare due commissioni di lavoro composte da personalità del mondo politico e istituzionale che avranno il compito di stilare proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea.
A cura di Redazione
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Ore 18.15 – Il Presidente della Repubblica ha definito la lista dei componenti che andranno a formare le due commissioni di lavoro incaricate di stilare un programma di governo che metta d'accordo le forze politiche parlamentari.  I due team di "saggi" si riuniranno nel corso della prossima settimana stabilendo i primi contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari. L'incarico assegnato dal Capo dello Stato prevede che le due commissioni  elaborino in accordo con le forze politiche proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea. Come si legge nel comunicato diffuso dal Quirinale:

Hanno accettato di farne parte: per il primo, il prof. Valerio Onida, il sen. Mario Mauro, il sen. Gaetano Quagliariello e il prof. Luciano Violante; per il secondo, il prof. Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, il prof. Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato; il dottor Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d'Italia, l'on. Giancarlo Giorgietti e il sen. Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, e il ministro Enzo Moavero Milanesi.

Ore 17.30 – Il Presidente della Repubblica incassa l’appoggio di tutte le forze politiche per la sua decisione. Il Pd ha assicurato sostegno all'iniziativa per “le riforme e il cambiamento”, Pierluigi Bersani si è messo a disposizione del Capo dello Stato assicurando che il Pd “è pronto ad accompagnare il percorso indicato dal presidente Giorgio Napolitano”. Anche il Pdl ha lodato il richiamo alla responsabilità fatto da Napolitano, assicurandogli appoggio. Scelta Civica e la Lega Lega Nord hanno elogiato la centralità del programma venuta fuori dal discorso del Presidente. Infine anche il M5s plaude alla decisione di Napolitano. “Il presidente Napolitano ci ha dato ragione: un governo, sebbene limitato agli affari di ordinaria amministrazione, in Italia è operativo, con la collaborazione del Parlamento” ha commentato Crimi.

Ore 13.55 – Un chiarimento sui "gruppi ristretti" che Napolitano ascolterà – I due "gruppi ristretti" che il presidente sta componendo hanno l'obiettivo di formulare "precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche". Lo ha spiegato lo stesso  Napolitano in una dichiarazione nella quale ha precisato che i gruppi saranno costituiti da "personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze". I due gruppi, si è appreso, lavoreranno in modo autonomo.

Ore 13.40 -Nel pomeriggio i nomi dei saggi  – I nomi dei "gruppi ristretti di personalità" citate dal presidente della Repubblica verranno resi noti oggi pomeriggio. Lo ha detto lo stesso Giorgio Napolitano conversando al Quirinale con i giornalisti al termine della conferenza stampa.

Ore 13: 10 – Parla Napolitano: "Gli incontri di ieri mi hanno permesso di accertare posizioni nettamente diverso per la formazione del nuovo Governo. Elemento di certezza è rappresentato dall'operatività del Governo Monti che sta adottando provvedimenti urgenti per l'economia. Sono giunto alla conclusione che pur essendo limitate le mie possibilità di iniziativa, posso concorrere a creare condizioni favorevoli. In questo senso mi accingo a chiedere a due gruppi ristretti di formulare alcune proposte programmatiche che possano divenire oggetto di condivisione". Il Presidente non si dimetterà, dunque, ma chiederà due "gruppi di lavoro" per elaborare proposte al Governo Monti.

Ore 12.20: Arriva la conferma, la sala stampa del Quirinale sarà aperta dalle 13. Dunque più o meno per quell'ora riusciremo a sapere qualcosa di più chiaro sulla decisione di Giorgio Napolitano.

Ore 12: Ancora nessuna novità dal Quirinale, con il Presidente della Repubblica ancora al lavoro nel suo studio. Secondo molti commentatori, non è del tutta esclusa l'ipotesi di un esecutivo di scopo affidato ad una delle personalità al "confine" fra politico – tecnico: i nomi sono sempre quelli di Anna Maria Cancellieri e Fabrizio Saccomanni.

Ore 11.30: Mentre si attende la decisione di Napolitano, appare chiaro che la partita decisiva a questo punto potrebbe giocarsi nella scelta del nuovo Capo dello Stato, chiamato a gestire una fase difficilissima. Come hanno ricordato la maggior parte dei leader politici, infatti, servirebbe una figura "condivisa", tuttavia considerate le difficoltà a dialogare che hanno incontrato i partiti in questa fase, non è da escludersi completamente che il centrosinistra (che ha poco meno di 500 voti sui 504 del quorum), magari in accordo con i centristi di Monti, decida di "forzare la mano" ed eleggere il proprio candidato.

Ore 11 – Potrebbe tardare la comunicazione del Capo dello Stato, inizialmente ipotizzata per le 11 di questa mattina da fonti del Quirinale.

Ore 10:15 – Tra gli addetti ai lavori si continua ad ipotizzare una soluzione di compromesso, in grado di tener dentro la necessità di un Governo che abbia la maggioranza in ambedue le Aule e la volontà del Partito Democratico di non partecipare ad una riproposizione in chiave "politica" dell'esperimento montiano. Ed è proprio questo l'ostacolo maggiore alla nascita di un esecutivo di scopo, considerando dall'altro lato della barricata l'indisponibilità del Pdl ad affidarsi nuovamente ai "tecnici".

Uno stallo che sarebbe certificato dalle dimissioni di Napolitano, che accelererebbero la procedura per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, senza privare il Paese del governo (dal momento che resterebbe in carica l'esecutivo Monti). Successivamente, dunque, toccherebbe al nuovo Capo dello Stato "ricominciare" a discutere con le forze politiche e, nel caso di riproposizione dello Stallo, rimandare il Paese al voto nel più breve tempo possibile (a questo punto anche a giugno).

Ore cruciali per il futuro dell'Italia. Sono infatti attese oggi le conclusioni della notte di riflessione che Napolitano si è preso dopo la giornata di consultazioni di ieri. Al massimo per le 11 dovrebbe aprire a sala stampa del Quirinale. Solo allora si comincerà a capire che Pasqua sarà le istituzioni, i politici e i cittadini italiani. Per adesso, l'unica cosa certa è la confusione. Poco è cambiato rispetto al primo giro di incontri, le nebbie non si sono diradate: tant'è che la giornata si è chiusa ancora una volta con il capo dello Stato che chiede una pausa di riflessione, prima di far conoscere le proprie decisioni. Un venerdì di passione conclusosi con l'indiscrezione che il Presidente della Repubblica potrebbe anche dimettersi come gesto estremo, e forse di pressione, magari per favorire quanto prima l'arrivo al Colle del successore che avrebbe anche il potere di sciogliere le Camere e andare a nuove elezioni. Potere che lui oggi non ha più. Del resto, tutti i gruppi parlamentari hanno confermato ribadito a Napolitano le proprie posizioni. Il Pdl dice di propendere verso un governo di larghe intese, anche sotto la guida di Bersani, e insieme alla Lega, rifiuta l'ipotesi di governi tecnici; il Movimento 5 Stelle, invece, ribadisce ancora una volta "no" a qualsiasi esecutivo guidato da politici diversi dai grillini stessi; il Pd, contrario al governissimo col centrodestra, prende atto dei vari "no" al programma  del suo segretario e si rimette alle decisioni di Napolitano.

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