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Concorso docenti 2016, una cattedra su tre a scuola andrà ai supplenti

Un posto su tre messo a concorso docenti non verrà mai assegnato. Il motivo è semplice: il numero di vincitori è inferiore a quello dei posti messi a bando.
A cura di Biagio Chiariello
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Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte e il mondo dei docenti è ancora nel caos. Secondo quanto riferisce Tuttoscuola, che sta riportando, giorno per giorno, i risultati provenienti dalle 1.484 commissioni sparse per il nostro Paese, un posto su tre messo a concorso docenti non verrà mai assegnato, visto che il numero di vincitori è più basso rispetto a quello dei posti messi a bando. Va detto che si tratta, per il momento, solo di una proiezione, ma i presupposti perché si trasformi in un dato di fatto ci sono tutti. Per quanto riguarda i ritardi delle operazioni (prove scritte e orali, valutazioni e graduatoria finale), la situazione peggiore al momento – scrive la rivista – è al Centro, dove sono state completate solo il 6.4% delle graduatorie (20 su 313 previste).  “Mancano 10 giorni al termine per approvare le graduatorie e procedere alle nomine in ruolo dei vincitori. È trascorso il 93% del tempo disponibile, ma le graduatorie pronte sono solo il 20%” è il bilancio aggiornato a ieri pomeriggio. Ciò vuol dire che 1579 posti, uno su tre, nell’arco del triennio non potranno essere assegnati a vincitori. Toccherà, quindi, coprirli ai supplenti.

Ma non è l’unica difficoltà del Miur e della legge 107. Delle 103mila assunzioni promesse per l’anno 2015/2016, il ministero dell’Istruzione è riuscito a effettuarne soltanto 87mila e 600. Si tratta di assunzioni del tutto slegate dai luoghi di residenza, ma sono pochi quelli che hanno accettato di fare le valigie per raggiungere le mete di destinazione, spesso lontane, in cui si è liberato un posto. Stefania Giannini ha parlato di “una percentuale di insoddisfazione del 2%”. Ma la realtà, stando a quanto dichiarano i sindacati, oltre che alle manifestazioni che si susseguono in questi giorni in tutta Italia, sembra assai diversa. Sotto accusa innanzitutto l’algoritmo che gestisce i trasferimenti “senza nessun criterio, con errori macroscopici”, denuncia la Cisl della Lombardia. “Tutto questo – prosegue – ha generato più di 5000 richieste di conciliazione (accettate dall’amministrazione per il 40% circa)”.

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