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Chi erano i brigatisti che rapirono Moro

Tra pentimenti, arresti e memoriali ecco chi sono gli uomini che hanno rapito e ucciso il presidente della Dc.
A cura di An. Mar.
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Il 16 marzo 1978, un commando delle Brigate rosse sorprende l’onorevole Aldo Moro e i cinque uomini della scorta in via Fani, a Roma. All'agguato, che segna l'inizio di un sequestro che durerà 55 giorni e si concluderà il 9 maggio con l'omicidio dello statista, prendono parte dieci terroristi. Tra pentimenti, arresti e memoriali ecco chi sono gli uomini che hanno rapito e ucciso il presidente della Dc.

Valerio Morucci

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Classe 1949, oggi vive e lavora a Roma. Fu arrestato il 29 maggio 1979 per la strage di via Fani e il sequestro dell'onorevole Moro. Con la compagna Adriana Faranda è stato lo stratega e il telefonista del caso Moro nonché l'addetto alle comunicazioni dell'onorevole e lo stratega dell'agguato in cui morirono gli agenti della scorta Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera, Domenico Ricci. La sua abilità nell'uso delle armi, infatti, lo pose alla guida dell'operazione. Fu sempre lui a fare la telefonata che segnalava la presenza del corpo del segretario DC nella Renault Clio in via Caetani, a Roma. La memoria dell'attentato di via Fani si conserva in gran parte grazie ai verbali degli interrogatori e al cosiddetto Memoriale Morucci, un documento scritto a quattro mani con la Faranda e contenente nomi e i dettagli dell'agguato del 16 marzo.

Raffaele Fiore

Classe 1954, barese, è uno dei quattro terroristi che fecero fuoco contro gli agenti della scorta. Fu lui, insieme a Valerio Morucci, a trascinare fuori l'onorevole dalla sua auto e a spingerlo nella Fiat 136 blu che lo avrebbe condotto alla sua prigione. Fu arrestato il 19 marzo, uno anno dopo i fatti di via Fani, a Torino.

Mario Moretti

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Classe 1946, marchigiano, è stato uno dei leader del nucleo brigatista nell'agguato di via Fani ed è considerato da alcuni l'autore materiale dell'esecuzione. Fu lui a condurre gli interrogatori del ‘prigioniero' Moro. Pur senza mai dissociarsi né collaborare con gli inquirenti, ha riconosciuto il fallimento dell'attività brigastista. È stato arrestato a Milano il 4 aprile 1981, dopo nove anni di latitanza. Condannato a sei ergastoli, ha ottenuto la semilibertà ed è ancora sottoposto all'obbligo di rientro in carcere, sempre a Milano.

Franco Bonisoli

Classe 1955, emiliano, insieme a Prospero Gallinari ebbe il compito di neutralizzare l'Alfetta di scorta dell'onorevole. È stato arrestato il primo ottobre 1978 a Milano, in un covo delle Br. Si è dissociato e oggi vive nel capoluogo lombardo, dove lavora in una società di servizi ambientali.

Barbara Balzerani

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Classe 1949, romana, prima dell'arresto era nota come la ‘primula rossa' delle Br, per la lunga latitanza che ha preceduto la cattura, avvenuta il 19 giugno 1985. Insieme a Morucci, al quale all'epoca era legata anche sentimentalmente, fu una dei carcerieri del covo di via Gradoli, a Roma. Non si è mai pentita né dissociata e nel gennaio 2018 è stata aspramente criticata per un post su Facebook in cui parlava dei ‘fasti del quarantennale' riferendosi al sequestro dell'onorevole Moro.

Prospero Gallinari

Classe 1951, emiliano, è morto nel 2013 per cause naturali. È sempre stato considerato l'esecutore materiale dell'omicidio di Aldo Moro, ovvero colui che sparò allo statista nel bagagliaio della Renault 4. Di Moro disse: "Nella condizione drammatica in cui si trovava….aveva visto i suoi amici fargli vuoto intorno… si è comportato da grande uomo".

Al commando rosso presero parte anche Rita Algranati, Alessio Casimirri, Alvaro Lojacono e Bruno Seghetti.

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