810 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Caso Battisti, rinviata decisione sull’estradizione: “In Italia gli agenti mi uccideranno”

Prima della decisione dell’alta corte brasiliana, Cesare Battisti torna a parlare de pericolo di un suo assassinio in Italia: “Quelli che mi vogliono uccidere sono quelli che dovranno avere cura di me in carcere, ho paura della violenza fisica da parte dell’Italia”. Tribunale conferma misure alternative al carcere.
A cura di Antonio Palma
810 CONDIVISIONI
Immagine

La decisione attesa per oggi sul caso di Cesare Battisti non è arrivata. I giudici del Tribunale Supremo Federale brasiliano hanno infatti deciso di rinviare alla prossima settimana la discussione dell'estradizione dell’ex terrorista italiano. Il Tribunale regionale federale della terza Regione, con sede a San Paolo, secondo il sito del quotidiano “Folha de S.Paulo”, aveva deciso all'unanimità di mantenere le misure cautelari alternative al carcere per Battisti. Lo scorso 7 ottobre un giudice dello stesso tribunale aveva concesso la libertà all'ex terrorista a condizione che non lasciasse la zona di residenza senza autorizzazione e che si presentasse ogni mese davanti ai magistrati.

"Nel caso in cui fossi estradato in Italia, gli agenti penitenziari italiani hanno detto che mi uccideranno", così, adombrando lo spettro di un suo assassinio nel nostro Paese, Cesare Battisti ha deciso di giocare le sue ultime carte a poche ore dalla decisione dell'Alta Corte brasiliana sulla estradizione in Italia dopo il via libera del governo locale a seguito di un suo tentativo di fuga. "Ho paura della violenza fisica e dell'odio alimentato in tutti questi anni da una parte dei media e dalle forze politiche italiane", ha aggiunto ai microfoni della stampa brasiliana il terrorista dei Pac, condannato all'ergastolo in contumacia in Italia per quattro omicidi.

Battisti in pratica è tornato a raccontare di una sua presunta persecuzione in Italia in un ultimo disperato tentativo di convincere il  Supremo Tribunale brasiliano. "Quelli che mi vogliono uccidere sono quelli che dovranno avere cura di me in carcere, ho paura della violenza fisica da parte dell'Italia" ha proseguito Battisti, ricordando: "Loro hanno già dimostrato in diverse occasioni che sono capaci di tutto. Hanno cercato già di sequestrarmi nel 2015″. "Ciò di cui ho paura è un'operazione illegale con mercenari italiani", ha proseguito l'uomo, parlando anche di quello che lui definisce "il problema 15 giorni fa a Corumbà", nel nord della Bolivia, in riferimento al suo tentativo di oltrepassare la frontiera.

Un tentativo di fuga rigettato dallo stesso Battisti che parla di una semplice escursione per pescare ma che ha innescato poi il meccanismo che porta alla procedura per la sua estradizione richiesta a più riprese dall'Italia. Senza più la protezione di Dilma Rousseff e Lula, accusati di corruzione nell'inchiesta Petrobras, il presidente brasiliano Michel Temer infatti ha preso l'occasione al volo per annunciare di voler revocare l'asilo politico a Battisti. Grazie all'istanza dell'ultimo minuto dei legali dell'uomo, però , il caso è finito davanti al Supremo Tribunale Federale (Stf) del Brasile la cui decisone sarà un passaggio fondamentale per conoscere il futuro di Battisti.

810 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views