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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Caso Pamela Mastropietro, i periti: “E’ stata uccisa, nessuna overdose”

I periti medico legali hanno confermato che Pamela Mastropietro non è morta di overdose, né è stata soffocata: a ucciderla delle coltellate e un colpo alla testa.
A cura di Davide Falcioni
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Pamela Mastropietro non è stata uccisa da un'overdose. Malgrado la perizia completa non sia stata ancora depositata, una prima certezza sulla morte della 18enne è che a porre fine alla sua vita sono state delle coltellate e con un colpo alla testa. A renderlo noto, in attesa di rivelare tutti i risultati degli esami effettuati, sono stati i medici legali Mariano Cingolani, Dora Mirtella e Roberto Scendoni, e il tossicologo Rino Froldi. I consulenti della procura hanno chiesto qualche giorno in più per depositare le conclusioni degli approfondimenti effettuati, condotti anche con l'ausilio di sofisticate strumentazioni a Roma.

Quel che è possibile dire è che Pamela ha sicuramente assunto eroina, ma che non è stato questo a ucciderla, come sostengono ancora i tre uomini accusati. Negli organi della vittima sono state trovate tracce di morfina, mentre in caso di overdose la crisi è immediata, la circolazione del sangue si interrompe impedendo alla sostanza di allontanarsi dal punto in cui è stata iniettata. Non si è trattato neppure di soffocamento, perché la lingua "pinzata" dai denti non indica questo tipo di morte. Dunque, la ragazza è stata uccisa con le coltellate e il colpo alla testa.

Si è trattato di un omicidio, e di questo delitto sono accusati Innocent Oseghale, Lucky Desmond e Awelima Lucky, che sono in carcere, e Anthony Anyanwu, in stato di libertà. Tutti e quattro hanno respinto ogni addebito. Oseghale ha dichiarato di essere fuggito dalla casa quando Pamela ha accusato un malore. Desmond ha negato ogni coinvolgimento. Awelima ha assicurato di non avere mai messo piede nella mansarda di via Spalato, dove la ragazza sarebbe stata uccisa. Anyanwu, infine, ha sostenuto di avere solo sentito per telefono Oseghale.

A questo punto, oltre ai risultati completi delle perizie medico legali, sono attesi quelli degli accertamenti del Ris. Nella mansarda e nella terrazza, pulite alla perfezione, i carabinieri sono riusciti a evidenziare con il luminol tracce di mani e piedi insanguinate, sui pavimenti, sui muri e sulle maniglie. Tracce che sono state comparate con le impronte dei quattro indagati: i risultati saranno pronti nei prossimi giorni.

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