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Canada, rapiscono coppia di senza di tetto e si impadroniscono del figlio: schiavi per 25 anni

L’incubo per una famiglia di senza fissa dimora è finito dopo che il figlio naturale della coppia ha denunciato quelli che credeva essere i suoi genitori naturali, che ora sono accusati di aver tenuto in prigionia due persone, oltre che per il rapimento di un bambino al di sotto dei 14 anni.
A cura di Ida Artiaco
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È una storia di schiavitù e soprusi quella che è stata portata alla luce da un ragazzo canadese, che ha scoperto che quelli che considerava i suoi genitori non erano altro che dei mostri, che 25 anni prima avevano rapito suo padre e sua madre biologici, facendoli vivere in cattività e costretti a subire abusi e violenze. Poi, ha deciso di raccontare tutto ai giudici del tribunale dell'Ontario, in Canada, che dovranno ora verificare la sua testimonianza e decidere le sorti di Gary Willett Sr. e sua moglie, Maria, accusati di aver tenuto in prigionia due persone, oltre che per il rapimento di un bambino al di sotto dei 14 anni. La coppia si è dichiarata non colpevole, ma adesso la parola spetta ai togati.

Tutto è cominciato alla fine degli anni Ottanta. I Willett avevano offerto ospitalità a Tim Goldrick e alla sua compagna, Barbara Bennett, due senza fissa dimora, dopo averli trovati mentre rovistavano in un cestino dell'immondizia nel centro di Toronto. Avevano offerto loro del cibo e un tetto sotto cui vivere, un esempio più che positivo di accoglienza del prossimo. Finché, nel settembre del 1989, la coppia di senza tetto mise al mondo un bambino. Gary e sua moglie Maria firmarono i documenti come se fossero i genitori del piccolo e da quel momento Gary Willett Jr. divenne di fatto il terzo dei loro figli, dopo averne adottati due in precedenza.

Fu a questo punto che la situazione cominciò a precipitare. Dopo essersi trasferiti tutti insieme in una grande casa a North York, cominciò l'incubo per Tim e sua moglie Barbara. Era soprattutto su quest'ultima che si consumava la maggior parte delle violenze. Gary Jr. ha raccontato ai giudici di ricordare che Tim era una sorta di schiavo al servizio della famiglia e addirittura che nel 1993 la compagna venne abusata sessualmente da suo fratello. Sempre stando a quanto riferito dal ragazzo, la donna però riuscì a scappare poco dopo aver dato alla luce la piccola Billie-Jean, lasciando in quella "prigione" il figlio e il marito.

I Willett cambiarono, allora, nuovamente casa, dove installarono telecamere per impedire a Tim di fuggire e lo confinarono in un seminterrato dove dormiva su un materasso a terra. "Mi minacciavano, dicevano che, se avessi provato a lasciare la casa, mi avrebbero messo in un ospedale psichiatrico. Ci credevo e non me ne sono mai andato", ha raccontato l'uomo in tribunale. Fino a quando un giorno Gary Jr. non è scappato da casa e ha cercato di ricostruire i tasselli della sua vita. Attraverso i racconti di alcuni parenti ha capito che non era figlio dei Willett e che i suoi genitori erano Barbara e Tim. L'unica cosa da fare, a quel punto, era aiutarli a fuggire da quella schiavitù. Ora, a 28 anni suonati, sta affrontando la situazione, anche da un punto di vista legale. "Non parlo più con Barbara a causa del suo abbandono. Ma adesso posso uscire e guadagnarmi uno stipendio. Mi fa sentire bene sapere che posso fare cose come queste in totale libertà. Nonostante questo, però, prendo ancora pillole per superare quei 25 anni da incubo".

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