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Cadavere in un bidone nel Salento, figlia accusa il padre: “Mi ha costretto ad aiutarlo”

A far ritrovare il corpo in avanzato stato di decomposizione a Gallipoli la figlia di un ex pentito della Sacra Corona Unita che accusa il padre di averla costretta ad aiutarlo per occultare il cadavere.
A cura di Antonio Palma
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Ormai non ci sono più quasi dubbi. Il corpo in avanzato stato di decomposizione trovato dentro un bidone per combustibili colmo di calce e pietre abbandonato nelle campagne di Gallipoli, in provincia di Lecce, apparterebbe ad un cittadino marocchino di 41 anni di cui non si avevano più notizie dallo scorso 23 giugno, Khalid Lagraidi. A questa conclusione si è giunti dopo i primi accertamenti e in base ai risultati  dei rilievi diagnostici compiuti dal medico legale sul cadavere. Secondo la polizia l'uomo sarebbe stato brutalmente ucciso e poi sfigurato al volto con l'acido.

Durante la ripulitura dal cemento che lo ricopriva, infatti, sul cadavere sono apparsi, sulla zona del collo e ben visibili, segni profondi da taglio compatibili con un pezzo di corda trovata all'interno del fusto. Gli esami inoltre hanno accertato la presenza di residui di acido che probabilmente avrebbero dovuto cancellare tessuti e tratti somatici della vittima

Per il delitto attualmente figurano sul registro degli indagati l'ex pentito della Sacra Corona Unita Marco Barba, attualmente in carcere per altri reati, e la figlia maggiorenne Rosalba. Sarebbe stata proprio quest'ultima ad accusare il padre e a indicare il 31 gennaio scorso il luogo in cui era stato nascosto il cadavere. La giovane infatti ha confessando ai carabinieri di essere stata costretta dal padre ad aiutarlo ad occultare il cadavere dell'uomo che veniva chiamato Gianni e ha permesso ai militari di scoprire il macabro delitto. La stessa donna però non ha voluto indicare i motivi esatti dell'omicidio.  Dalla cella del carcere di Taranto, l’ex collaboratore però ha preso le distanze dall'efferato omicidio dicendosi estraneo alla vicenda.

L'autopsia, cranio fracassato con diversi colpi

La vittima ritrovata nel bidone sarebbe stata uccisa con diversi colpi sferrati con un corpo contundente alla testa, tanto da provocargli la frattura del cranio e la conseguente morte. A questa conclusione è arrivata l'autopsia  eseguita su ordine della magistratura dal medico legale Roberto Vaglio. Per accertare definitivamente l'identità dell'uomo, il materiale biologico prelevato durante l'autopsia sarà inviato in laboratorio per tracciare il profilo del dna della vittima e compararlo a quello che verrà estratto ai genitori del marocchino scomparso, che arriveranno a Lecce nelle prossime ore.

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