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Opinioni

Bersani pensa a Saviano (che smentisce): Pd alla resa dei conti?

Una Lista Saviano, composta da “personalità di spicco del mondo della cultura e dell’informazione, a sostegno della candidatura alla Presidenza del Consiglio di Pierluigi Bersani? Lo scrittore smentisce, mentre su Bersani piovono critiche da ogni parte.
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Roberto-Saviano-lista

Bersani candidato alla Presidenza del Consiglio e supportato da una lista civica capeggiata da Saviano. E' solo un'idea, per il momento, ma ai piani alti della segreteria democratica le manovre sono in corso da qualche giorno. Per Bersani si tratterebbe in buona sostanza di uscire allo scoperto, spiazzando il fronte interno che chiede nuove primarie e allo stesso tempo "spingendo" (sia pure in maniera certamente discutibile) sul versante del rinnovamento e della partecipazione di "energie esterne". In tal senso, il coinvolgimento di Roberto Saviano (che proprio in queste ore ha smentito "l'ipotesi di un suo coinvolgimento in politica") sembrerebbe rispondere all'esigenza di colmare un certo vuoto, quella disaffezione fra parte dei militanti ed un partito che troppe volte sembra avvitarsi su se stesso ed impigliarsi in questioni del tutto autoreferenziali. Questo nella vulgata bersaniana, sia chiaro.

Perché una simile ipotesi non piace praticamente a nessuno fra i democratici. Non piace alla componente "ulivista", tornata a chiedere le primarie (e con buona probabilità pronta a farlo ufficialmente nella direzione nazionale di lunedì). Non piace al Sindaco di Firenze Matteo Renzi, che solo pochi giorni fa aveva parlato di "cultura stalinista" nell'approccio alle decisioni e nella considerazione del dissenso interno. Non piace neanche ai "giovani" del partito, come Matteo Orfini e Stefano Fassina, il quale ha parlato in maniera precisa di nuove modalità di ampliamento della partecipazione di militanti e cittadini (una sorta di versione riveduta e corretta dei meet-up "trapiantati in Italia" da Beppe Grillo). Non piace neanche a Pippo Civati che in una intervista all'Unità è stato abbastanza chiaro sull'ipotesi di "una lista civica nazionale a sostegno del segretario in carica":

Se il Pd è quello che immagino io – per questo spero venga accolto il nostro ordine del giorno – l’apertura alle forze civiche non dovrebbe passare attraverso la lista civica nazionale. È il Pd, un grande partito, che con le primarie seleziona i candidati in Parlamento e apre alla società civile facendo scegliere agli elettori. Tra l’altro la lista civica nazionale mi sembra una contraddizione in termini: civico e nazionale vuol dire di fatto un partito. Non si capisce bene chi ne sarebbe promotore se non il Pd. Ma a quel punto che fa? Dà lavoro fuori?

Continuiamo così, facciamoci del male. Sembra essere questo il pensiero comune anche agli altri big del partito. Perché la questione Saviano è solo l'ultimo capitolo di una lunga e sfibrante battaglia interna che rischia di tenere banco ancora a lungo. In gioco non vi è solo la ridefinizione degli equilibri interni, ma anche la prospettiva a breve termine in tema di alleanze e proposta politico – programmatica. Questioni direttamente riconducibili al tema della leadership e dunque delle primarie, il vero nodo gordiano in casa democratica. In tal senso, Bersani è chiamato ad un lungo braccio di ferro, perché se non vi è dubbio che da un punto di vista statutario la sua posizione sia solida, d'altro canto non avrebbe senso forzare la mano e impuntarsi su una candidatura che, a quel punto, sarebbe priva di una legittimità sostanziale. Insomma, tanto per cambiare, acque agitate e scadenze a breve termine, con una direzione che si annuncia infuocata…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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