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Banche, Di Maio: “Vogliamo sapere cosa ha detto Renzi a De Benedetti, è il capolinea del Pd”

Il candidato alla presidenza del Consiglio del M5s Luigi Di Maio chiede a Matteo Renzi, attraverso un post sul blog di Grillo, cosa ha detto esattamente a Carlo De Benedetti anticipandogli la notizia dell’approvazione del decreto sulle banche popolari. E sottolinea che queste intercettazioni segnano “il capolinea di Renzi e del Pd”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il candidato alla presidenza del Consiglio del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio va all’attacco del segretario del Pd Matteo Renzi dopo le notizie sulle informazioni rivelate dallo stesso ex presidente del Consiglio a Carlo De Benedetti sul decreto riguardante le banche popolari. Secondo Di Maio l’intercettazione pubblicata in questi giorni rappresenta “il capolinea di Matteo Renzi e del Pd”. Il Movimento 5 Stelle, nel post pubblicato sul blog di Grillo, si chiede allora cosa abbia detto esattamente Renzi a De Benedetti lanciando l’hashtag #VogliamoSapere.

Secondo Di Maio “siamo di fronte al collasso di un sistema di potere familistico e amorale, costruito su scambi di favori, informazioni privilegiate e speculazione finanziaria”. Il capo politico del MoVimento ricostruisce nel suo post la vicenda:

Mentre decine di migliaia di piccoli azionisti e risparmiatori perdevano i risparmi di una vita nel crollo delle quattro banche popolari, De Benedetti, tessera numero 1 del Pd, investiva 5 milioni di euro nelle azioni delle popolari per ricavarne pochi giorni dopo un guadagno di 600 mila euro perché il presidente del Consiglio gli aveva appena spifferato notizie riservate sull'approvazione del decreto Salva-Popolari. Ma cosa gli ha detto esattamente? Noi #VogliamoSapere. Il 15 gennaio 2015 si svolgeva l’incontro tra Renzi-De Benedetti, il 16 mattina la telefonata con cui De Benedetti incaricava il suo broker dell’investimento, il 16 sera l'annuncio pubblico, il 20 l'approvazione del decreto che spingeva in alto le azioni delle popolari consentendo all’imprenditore una plusvalenza privilegiata. Renzi nega, sostenendo che De Benedetti fu informato del decreto da un’agenzia di stampa. Bene: dov’è questa agenzia? Renzi ce la presenti o taccia. Il suo è insider trading politico a favore dell’editore di Repubblica. L’intercettazione non lascia spazio a dubbi. Si capisce perfettamente che Renzi ha annunciato a De Benedetti un provvedimento a favore delle popolari e che questo provvedimento sarebbe stato un decreto.

Di Maio pone un’altra domanda a Renzi: vuole sapere se l’allora presidente del Consiglio ha comunicato a De Benedetti anche il giorno di approvazione del decreto in anticipo, perché “se è così il reato di insider trading sarebbe configurabile”, argomenta il capo politico del M5s.

La risposta – aggiunge – per noi è già chiarissima: se De Benedetti ha deciso di investire una cifra enorme, 5 milioni di euro, sulle banche popolari, è perché sapeva esattamente il giorno in cui il decreto sarebbe stato approvato”. Secondo Di Maio la vicenda banche non riguarda solo Maria Elena Boschi ma “tutto il Pd è coinvolto”: “Il giglio magico è un metodo di potere che ha violentato per anni le istituzioni alla faccia dell’interesse popolare”.

Infine, secondo Di Maio, il Pd non dovrebbe accettare “questa continua umiliazione” da parte del suo segretario: “Nel M5s un personaggio come Renzi non sarebbe nemmeno candidabile”, afferma in conclusione il candidato alla presidenza del Consiglio pentastellato.

Aperta inchiesta per la pubblicazione delle intercettazioni

Nel frattempo, la procura di Roma ha aperto una inchiesta a carico d’ignoti per rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla pubblicazione di documenti coperti da segreto e depositati in commissione Banche. I magistrati avrebbero quindi chiesto alla commissione d’inchiesta di comunicare chi ha chiesto copia degli atti.

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