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Autonomie regionali, Matteo Salvini: “Prima dell’estate il Consiglio dei ministri darà l’ok”

“Prima dell’inizio dell’estate”, è questo il termine massimo per Matteo Salvini per avere l’ok del Consiglio dei ministri alle autonomie regionali, che poi andrebbero in Commissione. Intervistato da Affaritaliani.it, il leader della Lega ha spiegato che “il progetto è pronto e di tempo se n’è perso già abbastanza”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sulla questione autonomie regionali c'è una data precisa oltre la quale Matteo Salvini dice di non poter aspettare, è il 21 giugno, il primo giorno d'estate. Infatti, intervistato da Affaritaliani.it, il leader della Lega ha spiegato che "prima dell'inizio dell'estate l'autonomia deve passare sicuramente in Consiglio dei ministri e deve andare in Commissione. Il progetto è pronto". Poi inizieranno i lavori alle Camere, con "il Parlamento e le Regioni che avranno i loro tempi – ha continuato il ministro dell'Interno – Però noi siamo pronti e diciamo che su questo e su altri fronti di tempo se n'è già perso abbastanza". Si va avanti con questo governo "se si lavora in maniera compatta" per approvare "le tante leggi pronte". A meno che, ha sottolineato Salvini, "io non mi accorgessi che c'è la paralisi e che non passa niente" se "l'autonomia", "le grandi opere" o "la riforma fiscale" si fermassero.

Nella stessa intervista Matteo Salvini ha spiegato che "l'importante è che l'Italia cresca", non contano i numeri, tra cui il limite del 3% nel rapporto deficit/Pil, che invece "vengono alla fine". La revisione della stima del Pil italiano, che l'Istat ha annunciato questa mattina per il primo trimestre del 2019, "dimostra che o c'è uno choc fiscale e si tagliano pesantemente le tasse – ha continuato il leader della Lega – oppure l'Europa si rassegna allo zero virgola". Mentre alle parole del Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che ha sottolineato l'importanza dell'Europa, Salvini ha risposto che proprio per questo c'è la volontà di cambiarla dall'interno "per essere protagonisti e non servi come Monti o Renzi".

Mentre, per quanto riguarda la formazione del nuovo Parlamento europeo, Matteo Salvini ha detto di non essere deluso per il rifiuto di Nigel Farage, rimasto nell'Efdd nonostante il corteggiamento dell'Europa delle Nazioni e della Libertà: "Non costringiamo nessuno – ha sottolineato il leader della Lega – Noi cresciamo e coinvolgeremo tanti Paesi che non c'erano e tanti parlamentari che non c'erano. Poi ognuno fa le sue scelte". Tra chi deve scegliere c'è anche Viktor Orban, "c‘è un dibattito all'interno dei Popolari – ha spiegato Salvini – c'è chi guarda a sinistra e chi guarda a noi e all'Europa dei popoli. Vediamo".

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