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Ylenia uccisa da una donna, la mamma della vittima: “Tra loro rapporto morboso”

“Ho conosciuto quella donna durante un pranzo a casa mia, non faceva altro che ripetere quanto volesse bene a Ylenia, ma il loro rapporto era morboso”. Così, parlando di Daniela Nicotra, la donna che lo scorso 10 dicembre ha assassinato sua figlia, la mamma di Ylenia Bonavera. “Litigavano spesso, non riusciva ad allontanarla”.
A cura di Angela Marino
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"Mia figlia spesso si lamentava di questa persona, litigava, ma non riusciva ad allontanarla. Lo scorso mese l'ho conosciuta durante un pranzo a casa mia, non faceva altro che ripetere quanto volesse bene a Ylenia, ma il loro rapporto era morboso. Mia figlia era una persona buona e a volte ingenua e questa Daniela evidentemente riusciva a influenzarla". Così, parlando della donna che ha assassinato sua figlia, a Messina Today, Nunziatina Giorgio Piluso, la madre di Ylenia Bonavera, morta a 26 anni per la coltellata inferta da Daniela Nicotra, ora in carcere per omicidio volontario aggravato da una precedente relazione affettiva. Dopo la convalida del fermo, la donna che lo scorso 10 dicembre ha aggredito Ylenia, si trova rinchiusa nel carcere di piazza Lanza a Catania.

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I fatti risalgono allo scorso 10 dicembre, quando Ylenia e Daniela sono state viste litigare animatamente all'incrocio dove le loro auto erano parcheggiate nel quartiere San Cristoforo di Catania. Mentre discutono a un certo punto Daniela va a prendere un coltello da cucina nella sua auto e in pochi istanti è addosso a Ylenia. La colpisce con un fendente tra collo e spalla, causandole un'emorragia che sarà fatale. La scena è stata ripresa da una passante con un telefonino. Ylenia viene portata in ospedale, dove muore poco dopo. Fermata poche ore dopo l'omicidio, Daniela Nicotra, 34 anni, ha detto di aver reagito perché a sua volta colpita a un occhio dalla ragazza. Non solo, si è giustificata dicendo che alla base della lite ci sarebbe stato un rimprovero per l'uso di droghe. Utilizzo che, al momento, non risulta confermato da esami medico-legali sul corpo della ragazza.

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"Mia figlia non può più difendersi e non tollero altri racconti lontani dalla realtà. Ylenia era una ragazza di una bontà straordinaria, amava la vita e mi ripeteva in continuazione di sorridere sempre. Conduceva una vita normalissima, lavorava e metteva i soldi da parte, voleva farsi una famiglia. Non avrei mai potuto immaginare di perderla in questo modo, adesso chi è responsabile deve pagare senza sconti. È l'unica speranza che mi rimane". Stando al racconto della madre della vittima, Ylenia non aveva fatto cenno a particolari contrasti o problemi con quella che sarebbe diventata la sua assassina. "Le ho chiesto cosa avrebbe voluto come regalo di Natale, poi non l'ho più sentita", dice mamma Nunziatina.

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Ylenia, vittima di un'aggressione col fuoco dall'ex, nel 2017, aveva trovato lavoro a Salerno, in Campania, salvo poi tornare a casa per la pandemia di Coronavirus. Viveva a Catania, in un appartamento che in questi giorni la madre ha visitato per prendere le cose della ragazza. All'epoca della prima aggressione aveva difeso a spada tratta l'ex, poi condannato a dieci anni di carcere, incassando per questo un accusa di favoreggiamento che l'avrebbe vista a processo, come imputata, a marzo 2021.

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