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Omicidio Yara Gambirasio

Yara Gambirasio, consegnate alla difesa di Bossetti le copie dei 25mila Dna raccolti: “Speriamo siano utili”

La difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha ottenuto le copie delle migliaia di tracce genetiche raccolte durante le indagini. L’avvocato Salvagni: “Speriamo di recuperare dati utili per dimostrare la sua innocenza”
A cura di Ida Artiaco
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Yara Gambirasio e Massimo Bossetti
Yara Gambirasio e Massimo Bossetti
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Dopo 6 anni la difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa a Brembate di Sopra (Bergamo) nel 2010, ha ottenuto le copie delle migliaia di tracce genetiche raccolte durante le indagini scientifiche che culminarono con l'arresto e poi il processo del muratore di Mapello.

Si tratta di un hard disk che contiene le copie delle analisi del Dna raccolte per risalire a ‘Ignoto 1', il profilo trovato sugli indumenti intimi di Yara, inizialmente per l'appunto senza una corrispondenza e poi risultato appartenere proprio a Bossetti, diventando così la prova cardine contro di lui.

Gli elettroferogrammi (i grafici in alta definizione e a colori , ndr) e i grafici delle tracce genetiche delle migliaia di Dna, ma anche le foto effettuate dai carabinieri del Ris di Parma, potranno essere analizzati anche dalla difesa dei familiari di Yara. Si tratta di documenti che lo stesso Tribunale riconosce come "non acquisiti al fascicolo dibattimentale" e aventi "anche il carattere della potenziale novità della prova".

Secondo l'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ci vorranno ora diversi mesi di lavoro per l'analisi completa dei dati ottenuti a sei anni dalla sua richiesta. "Le stringhe – ha commentato il legale all'Adnkronos – riempiono ben 70 pagine, sia fronte che retro, stampate su foglie A3. Un enorme mole di dati grezzi che richiederà mesi di lavoro per uno screening completo, una ricerca da cui speriamo di recuperare dati utili per dimostrare l'innocenza di Massimo Bossetti".

Seppur non è l'accesso all'analisi dei reperti, la conquista di oggi potrebbe risultare fondamentale in vista dell'eventuale richiesta di revisione del processo. Proprio Salvagni, in una intervista rilasciata a Fanpage.it lo scorso giugno aveva spiegato che questo "potrebbe essere un primo passo verso la revisione". Nell'ultima intervista di Bossetti, rilasciata nei mesi scorse a Belve Crime con Francesca Fagnani il muratore di Mapello aveva ribadito: "Il Dna nucleare che normalmente si dovrebbe disperdere in poche settimane invece era ancora presente. Il Dna mitocondriale, che è risaputo da tutti che non si può disperdere, non c'è. Vorrei capire anche io come il mio Dna è finito sugli slip di Yara".

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