“Quando venne ritrovata Yara il cellulare di Bossetti agganciò la cella di Chignolo”

Proseguono le indagini sul caso di Yara Gambirasio. Da quanto emerso nelle ultime ore, la Procura di Bergamo sta lavorando sulla presenza di un eventuale complice di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello in carcere ormai da oltre un mese con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Un eventuale complice di cui però al momento non si sa praticamente nulla, neppure il ruolo che avrebbe avuto. Quel che è emerso è solo che sono in corso delle indagini per l’identificazione di un secondo uomo. Intanto, del caso di Yara Gambirasio continua a occuparsi anche la trasmissione televisiva “Segreti e delitti”. Trasmissione nel corso della quale ieri sera è emerso un altro elemento che porterebbe il presunto assassino Massimo Giuseppe Bossetti nei luoghi dell’omicidio di Yara. Bossetti – è emerso già nei giorni scorsi – il giorno della scomparsa di Yara avrebbe transitato col suo furgone davanti alla palestra di Brembate Sopra. Una telecamera che si trova di fronte il centro sportivo frequentato dalla ragazzina avrebbe infatti ripreso quello che sembra il suo furgone passare in quella strada pochi minuti prima della scomparsa di Yara.
Le ultime notizie su Bossetti emerse nella puntata “Segreti e delitti”
Un furgone, quello sequestrato a Bossetti, che è stato mostrato in un video esclusivo realizzato il giorno del fermo del muratore. Il mezzo presenta le luci sul tetto come il furgone ripreso, appunto, dalla telecamera nei pressi della palestra. Ma non è emerso solo questo a proposito del muratore di Mapello. Bossetti, stando a quanto ha rivelato ancora “Segreti e delitti”, probabilmente si trovava a Chignolo d’Isola nel giorno del ritrovamento di Yara. Alle 22.50 del 26 febbraio 2011 il cellulare dell’indagato avrebbe agganciato la cella del campo di Chignolo d’Isola. Da lì Bossetti avrebbe telefonato alla madre Ester Arzuffi per invitarla a raggiungerlo. La trasmissione, infine, ha anche diffuso dei fotogrammi che fanno riferimento a quella sera, quando l’inviata Gabriella Simoni era in collegamento con Italia1 per uno speciale sul caso. Alle spalle della giornalista – sostiene “Segreti e delitti” – camminava, parlava con gli uomini della Protezione Civile e telefonava al cellulare un uomo che, per statura, andatura, attaccatura di capelli, barba e fisionomia, ricorda Massimo Giuseppe Bossetti.