Violenza sessuale sulla pista ciclabile, il 19enne potrebbe aver tentato di stuprare un’altra donna mesi fa

Il 20enne arrestato per lo stupro di una 51enne lungo la pista ciclabile del percorso ‘Vivi Natura' di San Damaso, nel Modenese, potrebbe aver tentato qualche mese fa, a maggio, di violentare anche un'altra donna, sempre nella stessa zona. Lo ipotizza la Squadra mobile che sta indagando sui fatti.
In questo caso però la vittima sarebbe riuscita a divincolarsi e a scappare. La descrizione che la vittima ha fornito alla polizia avrebbe diversi elementi in comune con le caratteristiche del 20enne, uno studente residente a Castelfranco.
Oggi, martedì 7 ottobre, si è svolto l'interrogatorio di garanzia del 20enne dal carcere di Sant’Anna, dove si trova recluso. "Ho fatto una cosa terribile, quella donna poteva essere mia madre", ha ammesso davanti al giudice e al pubblico ministero.
Lo scorso 19 agosto il ragazzo ha aggredito la 51enne che stava percorrendo in bici la ciclabile: l'ha spinta a terra, legata e poi stuprata. Dopo la violenza, si è dato alla fuga rubando la bicicletta della donna (del valore di circa 4.500 euro). Ora è accusato di violenza sessuale, rapina e lesioni aggravate.
"Non so cosa mi è preso – avrebbe detto, riporta il Corriere di Bologna – non so darmi pace per quello che ho fatto". Ha spiegato di avere agito "come in preda ad un raptus", di non avere mai visto prima la vittima e di come subito dopo abbia preso coscienza di quello che aveva fatto, di avere pianto e di non aver dormito per giorni.
Per lo studente il suo avvocato ha chiesto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il giudice per le indagini preliminari deciderà nelle prossime ore.
Subito dopo il fatto la vittima ha fornito una descrizione accurata che ha consentito di realizzare un identikit del giovane. Durante la perquisizione effettuata dagli agenti della Polizia nella casa del ragazzo sono stati trovati la forcella della bici e i vestiti usati durante la violenza.
Inoltre, le impronte digitali dell'indagato sono risultate compatibili con i frammenti individuati sul cellulare e su una lente degli occhiali della donna. La Polizia è riuscita a individuare il 20enne anche grazie all'analisi dei tabulati telefonici.