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Vietato tenere i cani alla catena perché con caldo e incendi rischiano di morire: la decisione in Toscana

La Regione Toscana ha varato un’ordinanza straordinaria che vieta di tenere i cani alla catena. “Con il rischio incendi e il caldo torrido, rischiano la vita”
A cura di Gabriella Mazzeo
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foto da archivio
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Dal 3 agosto è vietato tenere i cani legati alla catena in Toscana. Il presidente della Regione ha firmato un'ordinanza straordinaria valida fino al 30 settembre.

A causa del caldo torrido e dell'elevato rischio di incendi alimentati dalla siccità e dal forte vento, gli animali legati rischiano la vita quotidianamente: per questo motivo l'ente regionale ha varato il divieto.

Sono tantissimi infatti gli animali da compagnia che restano feriti o uccisi a causa degli incendi.

Il rapido propagarsi delle fiamme, infatti, non permette ai proprietari di salvarli prima che sia troppo tardi.

Il fenomeno riguarda l'intera penisola, ma la Toscana è stata la prima Regione a firmare un divieto e a prevedere delle sanzioni pecuniarie in caso di mancato rispetto della norma.

La mancata osservanza degli obblighi comporta l'applicazione di sanzioni amministrative.

Fanno eccezione le vicende inquadrabili nel reato di maltrattamento di animali che invece sono punibili secondo Codice penale, così come sancito dagli articoli 544 bis e ter.

L'ordinanza della Regione ha ricevuto il plauso degli attivisti. Festeggiano Green impact, Fondazione Cave canem e Animal Law Italia, a tutela degli animali

Le associazioni hanno promosso la campagna #liberidallecatene che ha raccolto già 30mila firme: lo scopo è quello di chiedere il definitivo divieto di una pratica definita "dannosa e pericolosa per gli amici a quattro zampe".

"Ringraziamo il presidente della Regione Toscana per la celere risposta alla nostra richiesta – hanno dichiarato Gaia Angelini, Federica Faiella e Alessandro Ricciuti, Alessandro Ricciuti, rispettivamente presidente di Green impact, vice presidente di Cave canem e presidente di Animal Law Italia -. Ci auguriamo che questo sia il primo passo verso la revisione della normativa regionale vigente per porre finalmente fine a questa brutale pratica.

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