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Vibo Valentia, ragazzi down insultati in pizzeria: “Fate venire il vomito e la nausea”

Domenico, uno dei ragazzi vittima degli insulti, ha raccontato: “Stavamo mangiando una pizza ma questi signori si sono alzati per parlare male di noi, non li conoscevamo. Ci hanno detto che facevamo venire nausea e vomito”. L’episodio è avvenuto alcune sere fa in una pizzeria di Filadelfia, provincia di Vibo Valentia.
A cura di Davide Falcioni
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"I down fanno venire la nausea e il vomito". Sono le parole pronunciate da tre avventori romani di una pizzeria di Filadelfia, in Calabria, nei confronti di un gruppo di ragazzi con sindrome di down che alcuni giorni fa si trovavano a cena nello stesso locale. "Eravamo io, Gabriele e Antonio – racconta uno di loro, Domenico Galati, a Fanpage.it -. Stavamo mangiando una pizza ma questi signori si sono alzati per parlare male di noi, non li conoscevamo. Ci hanno detto che facevamo venire nausea e vomito". I giovani erano seduti al tavolo della pizzeria insieme a due accompagnatori, tra i quali il genitore di uno di loro: stavano mangiando una pizza in attesa di vedere insieme la serie tv Rai ‘Ognuno è perfetto’. All'improvviso una famiglia seduta vicino ha iniziato a protestare sostenendo che la vista dei ragazzi down li faceva "sentir male", di “comprendere la malattia degli stessi ma di non poter cenare accanto a loro”, e rivendicando il fatto che “a Roma certe cose non accadono”. Subito dopo, la famiglia ha insultato i ragazzi e i loro accompagnatori, per poi lasciare il locale. "Ci siamo rimasti male, perché vogliamo essere autonomi. Ci siamo offesi, abbiamo pensato che quelle persone non stessero bene. Dovrebbero stare a casa, siamo noi a non volerli accanto".

Francesco Conidi, responsabile del Club dei Ragazzi di Filadelfia, spiega che gli avventori sarebbero stati infastiditi dall'aspetto fisico dei giovani down, dallo loro stessa fisionomia. Una famiglia, presumibilmente romana, ha iniziato a protestare ma è stata duramente ripresa dai proprietari del locale: "Si trattava sicuramente di persone non del posto di una settantina d'anni, insieme a una donna più giovane. Qui i ragazzi sono ben accetti da tutti e tutto il paese è solidale".

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