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Covid 19

Vaccino italiano anti-Covid, al via in Veneto sperimentazione su 6 volontari: “Non abbiamo paura”

È partita ieri, lunedì 7 settembre, all’ospedale Borgo Roma di Verona la sperimentazione del vaccino anti-Covid italiano, chiamato Grad-Cov2, che è stato somministrato a 6 volontari, quattro donne e due uomini, di età compresa tra i 18 e i 55 anni. Tra di loro, il 32enne Gabriele Nastasi: “Sono convinto che se l’umanità vuole sconfiggere il virus, ciascuno debba fare la propria parte. Io ci sto provando”.
A cura di Ida Artiaco
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È partita ieri, lunedì 7 settembre, in Veneto la sperimentazione del vaccino anti-Covid tutto Made in Italy, il cosiddetto Grad-Cov2, con la somministrazione dell'antidoto ai primi sei volontari, quattro donne e due uomini. Si tratta di soggetti che vanno dai 18 e ai 55 anni d'età, tutti veronesi, che si sono presentati all'ospedale Borgo Roma di Verona dove sono state inoculate loro le prime dosi. La sperimentazione è condotta dal Centro di ricerche cliniche del nosocomio veneto, nell'ambito della collaborazione avviata dall'Università di Verona con lo Spallanzani. "Se tra sei mesi non avranno evidenziato controindicazioni ed avranno prodotto anticorpi contro il Coronavirus – è stato l'annuncio fatto sulla stampa locale Stefano Milleri, direttore del Centro – potremmo dire di essere sulla buona strada per il vaccino".

Il vaccino italiano e i risultati (promettenti) delle prime analisi

Le prime tre dosi vaccinali sono state inoculate su dei volontari mercoledì scorso a Roma all'istituto Spallanzani e i primi risultati ottenuti, ha aggiunto ancora Milleri come riporta Il Gazzettino, fanno ben sperare dal momento che le analisi fatte nei primi giorni ai soggetti vaccinati "hanno evidenziato l'assenza pressoché totale di controindicazioni". L'antidoto in questione è stato "realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano. Ha superato i test preclinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli animali, che hanno evidenziato la forte risposta immunitaria indotta e il buon profilo di sicurezza, ottenendo successivamente l'approvazione della fase Uno della sperimentazione sull'uomo da parte dell'Istituto Superiore di Sanità, dell'Agenzia Italiana del Farmaco e del Comitato Etico Nazionale per l'Emergenza Covid-19″. Ma la strada è ancora lunga. Se tutto andrà secondo i piani entro il 2021 potranno essere prodotti diverse milioni di dosi.

La parola ai volontari: "Non abbiamo paura"

Tra i sei volontari a cui ieri è stato somministrato l'antidoto nel corso della fase 2 della sperimentazione, c'è anche il 32enne Gabriele Nastasi che in una intervista al Corriere della Sera ha raccontato le prime sensazioni e ha spiegato il motivo di una scelta del genere. "Non ho paura. Prima di accettare mi sono documentato a fondo, ho studiato il lavoro dei ricercatori della ReiThera, la società biotecnologica romana che ha realizzato e brevettato il vaccino. Ci troviamo di fronte a un fenomeno di importanza mastodontica. Sono convinto che se l’umanità vuole sconfiggere il virus, ciascuno debba fare la propria parte. Io ci sto provando", ha detto il ragazzo, che ha aggiunto di non soffrire al momento di effetti collaterali: "Mi hanno tenuto sotto osservazione qualche ora e adesso posso tornare a casa. Dovrò misurare la temperatura corporea ogni sera e tenere un diario clinico nel quale annotare ogni minima reazione. Tra due giorni tornerò per una visita di controllo che poi si ripeterà periodicamente, per i prossimi sei mesi". Infine, Gabriele ha fatto un appello a tutti coloro che sono contro il vaccino: "È l’unico modo perché ciò che stiamo attraversando diventi solo un ricordo, qualcosa che le generazioni future studieranno sui libri di Storia".

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