Vaccini, il nuovo calendario: a febbraio 2,5 milioni di dosi di Pfizer e Moderna (salvo ritardi)
Quasi due milioni e mezzo di dosi di vaccino dovrebbero arrivare in Italia tra l'8 e il 22 febbraio: ad anticiparlo alle Regioni una lettera inviata dal commissario straordinario Domenico Arcuri e visionata dal Corriere, secondo cui al nostro paese giungeranno – salvo problemi e ritardi – 1.753.830 milioni di dosi del siero Pfizer e 651.600 mila dosi di quello Moderna, per un totale di 2.405.430. Nella sua comunicazione ai governatori il commissario straordinario scrive: "Si trasmette il calendario previsionale delle consegne dei vaccini dall’8 al 22 febbraio redatto esclusivamente sulla base della programmazione comunicata dalle due aziende fornitrici Pfizer e Moderna". Alla luce dei ritardi degli ultimi giorni tuttavia Arcuri mette le mani avanti: "Di essa non si è alcun modo responsabili e ci si impegna sin da ora a comunicare eventuali non auspicabili modifiche che dovessero pervenire dalle stesse aziende fornitrici". Insomma, le dosi che dovrebbero arrivare sono effettivamente 2.405.430, ma non è possibile escludere imprevisti.
Nella lettera Domenico Arcuri spiega che "le distribuzioni programmate – così come condiviso nella suddetta conferenza – sono state definite applicando il criterio di proporzionalità rispetto alla popolazione che resterà alla base delle successive distribuzioni". Il commissario inoltre specifica che "per la settimana dall’1 febbraio riguardo alla distribuzione di Pfizer siamo in attesa della ripartizione di dettaglio delle dosi per punto di destinazione da parte dell’azienda che provvederemo a comunicare non appena ricevuta".
Così verranno ripartite le 2.405.430 dosi di vaccini Pfizer e Moderna: alla Lombardia andrà il 16,81% dei sieri, al Lazio il 9,65 %, alla Campania il 9,58%, al Veneto l’8,18%, alla Sicilia l’8,17%, all’Emilia Romagna il 7,48%, al Piemonte il 7,23%, allaa Puglia il 6,63%, alla Toscana il 6,19%, alla Calabria il 3,18%, alla Sardegna il 2,70%, alla Liguria il 2,56%, alle Marche il 2,54%, all’Abruzzo il 2,17%, al Friuli Venezia Giulia il 2,02%. Alle altre il resto.