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Vacanze, gigolò e champagne coi soldi dei fedeli, chiesto processo per “Don Euro”

La procura di Massa Carrara ha chiesto di rinviare a giudizio don Luca Morini, il prete anche chiamato “don Euro” dai suoi parrocchiani per quella smania di chiedere sempre soldi. Soldi che avrebbe utilizzato per viaggi, spa, hotel ed escort.
A cura di Susanna Picone
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Per l'inchiesta sulle presunte spese di don Luca Morini, parroco di Massa Carrara ormai noto come “don Euro”, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio del sacerdote e anche del vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci. È stato inoltre chiesto il processo per un ex sacerdote, Emiliano Colombo. La notizia è degli ultimi giorni e, anticipata da alcuni quotidiani, è stata confermata dalla procura di Massa Carrara. Sono diverse le ipotesi di reato contestate agli indagati. Per “don Euro”, parroco prima ad Avenza poi di Fossone e Caniparola, è stato chiesto il rinvio a giudizio per truffa ed estorsione nei confronti dei fedeli, al vescovo invece viene contestata la frode e l'estorsione in relazione a presunte pressioni che avrebbe fatto su un'assicurazione per concedere a don Morini un punteggio di invalidità superiore al dovuto e per un passaggio di denaro dal conto della Curia a quello del parroco. Ricettazione infine l'ipotesi di reato per Emiliano Colombo, che avrebbe aiutato Morini a nascondere soldi sul suo conto.

La vicenda di “don Euro” parte nel 2015 quando un escort rivelò ad alcuni giornali il suo rapporto con il sacerdote parlando di grandi disponibilità economiche del parroco. Aveva scoperto che quello che si presentava come un giudice e col quale aveva trascorso delle notti di sesso a pagamento era in realtà un prete. Poi sono arrivate diverse denunce dei fedeli sull'impiego, a scopi personali, delle loro offerte e anche le testimonianze di giovani escort che hanno parlato di incontri in hotel di lusso e ristoranti stellati, di regali costosi e viaggi. Nel corso delle indagini è stata quindi ricostruita una storia di truffe ai danni dei parrocchiani, di estorsione e di soldi che il prete chiedeva per le famiglie disagiate e che invece utilizzata in festivi con escort a base di droghe e alcool. Don Luca, quando è emerso lo scandalo, è stato allontanato dalla parrocchia e sospeso inizialmente per “malattia”.

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