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Champagne, gigolò e lusso coi soldi dei parrocchiani, sequestrati 850mila euro a “Don Euro”

Conclusa l’inchiesta per don Luca Morini accusato dalla procura di Massa Carrara di truffa e appropriazione indebita per l’utilizzo personale dei soldi delle offerte dei parrocchiani.
A cura di Antonio Palma
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Vita di lusso tra hotel fastosi, champagne e incontri frequenti con gigolò ed escort, il tutto con i soldi dei sui parrocchiani ignari che pensavano invece di avergli consegnato denari per opere di bene. È quanto avrebbe messo in atto per anni don Luca Morini, sacerdote della diocesi di Massa Carrara, senza che nessuno se ne accorgesse o comunque riferisse il suo comportamento anomalo alle autorità giudiziarie ed ecclesiastiche. Dopo lo scandalo, scoppiato quando un giovane gigolò svelò a diverse testate giornalistiche di aver avuto spesso rapporti sessuali con il parroco in festini a base di droga e alcol, anche la magistratura si è occupata di lui e dopo mesi di inchieste ora per  il prete è arrivato l’avviso di conclusione indagini da parte della procura di Massa Carrara.

Il parroco, definito "Don Euro" per il grande sfoggio di lusso che faceva, ora dovrà rispondere dei reati di  truffa e appropriazione indebita per l’utilizzo personale dei soldi delle offerte dei parrocchiani e delle donazioni arrivate da associazioni. Per fare chiarezza sul caso i pm hanno ascoltato i tanti parrocchiani che dopo lo scandalo hanno denunciato alla Procura di aver sovvenzionato per anni quel sacerdote che chiedeva continuamente e "in maniera insistente" offerte in denaro contante e assegni. Altre accuse sono poi arrivate da associazioni e da molti parroci con cui don Morini aveva collaborato.

La cifra dilapidata dal parroco in 20 anni di offerte sembra ingente e per questo la stessa Procura toscana ha ordinato il sequestro preventivo di ben 700mila euro riconducibili al prete, oltre a quello di pietre preziose e gioielli per un valore aggiuntivo di 150mila euro. Per l'accusa infatti sarebbero tutti soldi derivanti dalle offerte che i fedeli facevano per la chiesa ma che i parroco usava per fini personali e vizi non proprio monastici. Don Luca Morini nel frattempo è stato sospeso dall’attività di parroco ed è in attesa della decisione della congregazione del clero per sapere il suo futuro.

Nell'inchiesta è finito però anche il vescovo della diocesi di Massa Carrara, monsignor Giovanni Santucci, con due accuse giudicate dai magistrati "del tutto marginali e per episodi circoscritti". In particolare il prelato è accusato di "indebito utilizzo" di 1000 euro, prelevati da un conto della Curia dove confluiscono i soldi donati dei fedeli per messe in suffragio o opere pie e consegnati proprio a don Morini. Infine c'è l'accusa di tentata truffa ai danni di una assicurazione in concorso con lo stesso parroco per un presunto tentativo di far aumentare il punteggio di invalidità del prete e fargli ottenere un’indennità più alta.

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