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“Usi sex toys?”, 19enne denuncia pesanti molestie sessuali durante stage: datore a processo a Torino

La vittima, già coinvolta nello studio professionale durante l’alternanza scuola-lavoro, avrebbe subito costanti umiliazioni e domande inappropriate, come “Sei vergine?” o “Usi sex toys?”, spesso davanti ai colleghi. La procura ha rifiutato il patteggiamento, il datore a processo.
A cura di Matteo Pelliccia
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Immagine di repertorio.
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In uno studio di commercialisti a Torino, capoluogo piemontese, una giovane di diciannove anni ha denunciato di aver subito pesanti molestie sessuali da parte di un commercialista durante lo stage. La vittima, che aveva iniziato a frequentare lo studio sin dai tempi del liceo nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, sarebbe stata presa di mira sin dall'inizio e fino a quando ha deciso di far sentire la sua voce e portare alla luce la brutta vicenda.

La giovane ha raccontato di essere stata oggetto di costanti umiliazioni e domande oscene durante il suo tirocinio. Frasi come "Usi sex toys?" e commenti imbarazzanti come "Vado a giocare a padel, lei fa la cheerleader" erano purtroppo all'ordine del giorno. Tali situazioni avevano gettato già un'ombra sinistra sulla sua esperienza di lavoro, ma le cose sono peggiorate ulteriormente col passare del tempo.

Il commercialista avrebbe iniziato con domande personali profondamente inopportune, come ad esempio "Sei vergine?" e "Perché non ti sei messa il vestito di ieri, così ti guardo le gambe?". Tuttavia, ciò che rende questa storia ancora più scioccante è che questi abusi sono poi sfociati in atti fisici. L'uomo si sarebbe reso colpevole di avvicinamenti indesiderati, cercando di baciare la ragazza contro la sua volontà.

La giovane vittima ha denunciato l'uomo, raccontando i fatti alla magistratura. Le prove raccolte hanno spinto il pubblico ministero competente a rifiutare qualsiasi patteggiamento, decidendo che l'uomo dovrà affrontare un processo per rispondere delle sue azioni in tribunale.

A fine agosto, una sentenza della corte di Cassazione stabilì che sul luogo di lavoro il licenziamento disciplinare fosse legittimo, qualora derivasse da allusioni sessuali alle colleghe o ai colleghi. La Cassazione ha stabilito in tale occasione che non importano criteri quali il clima “goliardico e scherzoso”, né che ci fosse una vera e propria aggressione fisica.

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