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Usa, il Presidente Joe Biden sospende le esecuzioni federali reintrodotte da Trump

Il Presidente Joe Biden ha sospeso nuovamente la pena capitale nelle carceri federali degli Usa. Il boia federale era stato reintrodotto da Donald Trump nel 2020 dopo che il Presidente George W. Bush aveva sospeso la pena nel 2003. Il ministro della Giustizia Merrick Garland ha fatto sapere di voler rivedere le politiche del Dipartimento di Giustizia garantendo ai detenuti un trattamento equo e umano.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Joe Biden ha sospeso la pena capitale federale negli Usa dopo che Donald Trump aveva rintrodotto il provvedimento a cinque mesi dalle presidenziali che gli avevano consegnato la Casa Bianca. La moratoria è stata annunciata dal ministro della Giustizia Merrick Garland in attesa di una revisione complessiva della pena. Contestualmente, spiega il ministro, saranno affrontate alcune tematiche che rappresentano delle "preoccupazioni legate al ritorno del boia nelle carceri federali".

La moratoria era scattata nel 2003 sotto l'amministrazione di George W. Bush. Da allora nessun detenuto nel braccio della morte delle prigioni federali era stato sottoposto all'iniezione letale. Garland ha fatto sapere di voler "rivedere le politiche del dipartimento di Giustizia assicurando ai detenuti un trattamento equo e umano". I sottoposti a tale provvedimento sono condannati da una corte federale per i reati più gravi quali tradimento, spionaggio, omicidi plurimi e particolarmente efferati. Il ritorno alle esecuzioni federali voluto da Donald Trump ha rappresentato una grave sconfitta per le associazioni che in America si battono contro la pena capitale. La giustizia è sempre più propensa a non ricorrere a tale provvedimento e attualmente i detenuti nel braccio della morte sono circa 60. Tra questi anche l'attentatore della maratona di Boston Dzhokhar Tsarnaev e il suprematista bianco della stragedi Charleston Dylan Roof.

L'esecuzione di Daniel Lewis Lee

Il 47enne dello Yukon, in Oklahoma, è stato giustiziato nel 2020 contro la volontà dei parenti delle vittime, una famiglia dell'Arkansas uccisa negli anni Novanta. L'uomo è stato dichiarato colpevole per la strage avvenuta nell'ambito del suprematismo bianco, ma si è sempre dichiarato innocente. Ad esprimere la propria contrarietà anche i parenti della famiglia uccisa. "Questa esecuzione non viene fatta in nostro nome – avevano dichiarato -. Avrebbe meritato l'ergastolo, non la morte". Prima dell'iniezione letale, Lee ha ribadito di essere innocente. Il 47enne è morto dopo una serie di ricorsi conclusi quando la Corte Suprema è intervenuta con una sentenza a maggioranza risicata (5 a 4) a favore della pena di morte. L'esecuzione eseguita nel 2020 è stata la prima dal 2003, anno in cui il Presidente Bush aveva posto lo stop alla morte nelle carceri federali. Nonostante non siano più state eseguite condanne del genere fino all'elezione di Trump, i tribunali hanno continuato ad approvare i procedimenti penali per la pena di morte, condannando gli imputati. Sono molti gli Stati che dal 2003 però non hanno fatto più ricorso alla sentenza, seppure consentita.

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