Università online: il ministero “rimanda” metà degli istituti accreditati

Le università telematiche italiane sotto osservazione. E' approdato al ministero dell’Istruzione il dossierdell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario (Anvur), commissionato qualche mese fa per appurare la qualità degli atenei online nostrani. Risultato: delle undici Università accreditate, due rischiano di perdere la certificazione statale, tre devono effettuare apprezzabili cambiamenti strutturali e organizzativi, altre cinque sono in attesa di valutazione e solo una è risultata "in linea con gli standard europei".
Quali sono le criticità che fanno rischiare alle università online il ritiro della certificazione? I docenti innanzitutto. Ad esempio, all’Università telematica San Raffaele e all’UniCusano, entrambe con sede legale a Roma, il MIUR chiede di smettere di affidarsi per lo più a prof. a contratto o ricercatori a tempo determinato e di garantire una proporzionalità adatta al numero degli iscritti, oltre a spazi adeguati sia per i loro uffici che per le attività comuni. L’Italian university Line di Firenze ha invece un problema legato alla progettualità, "sembra mancare la coesione necessaria ad assegnare alla Iul un ruolo riconosciuto all’interno dei rispettivi atenei fondatori” e la relazione Anvur aggiunge: “le iniziative fin qui prodotte hanno coinvolto un numero ristrettissimo di studenti”, mentre alla napoletana Pegaso, l’agenzia di valutazione non riconosce "un adeguato livello di qualità dell’erogazione della didattica e da criteri di selezione rigorosi per gli esami e la tesi finale”. L'Università Giustino Fortunato di Benevento è invece troppo poco telematica e rappresenta in questo modo solo una sorta di concorrenza per la tradizionale Università del Sannio.