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Covid 19

Un terzo degli italiani ha anticipato la partenza per evitare la chiusura delle regioni

Il 31 per cento degli italiani ha anticipato la partenza mettendosi in viaggio per le festività di fine anno per raggiungere i luoghi di residenza, i parenti o le seconde case. È quanto emerge dai risultati di un sondaggio sul sito della Coldiretti diffuso in occasione del weekend della grandi partenze pre-natalizie.
A cura di Davide Falcioni
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Con l'ipotesi di nuove chiusure generalizzate e il blocco degli spostamenti tra regioni che scatterà a partire da lunedì 21 dicembre un italiano su tre – il 31% del totale degli intervistati – ha anticipato la partenza mettendosi in viaggio per le festività di fine anno per raggiungere i luoghi di residenza, i parenti o le seconde case. È quanto emerge dai risultati di un sondaggio sul sito della Coldiretti diffuso in occasione del weekend della grandi partenze pre-natalizie con un milione di italiani in movimento. Stando a quanto emerso dal sondaggio si tratta in larga parte di ricongiungimenti familiari per l'emergenza Covid che quest'anno ha causato un azzeramento pressoché totale del turismo per gli oltre 10 milioni di italiani che invece nel 2019 sono andati in vacanza nel periodo delle feste.

Secondo lo studio Coldiretti le nuove restrizioni in arrivo causeranno una perdita stimata in 4,1 miliardi di euro per le mancate spese dei turisti italiani di Natale e Capodanno che lo scorso anno hanno trascorso mediamente sei giorni fuori casa. Ad essere bloccati, oltre all'80% degli italiani che hanno scelto come una meta interna, c'è anche il 20% che – continua la Coldiretti – aveva deciso di varcare recarsi all'estero. Tra le destinazioni turistiche a pagare il prezzo più salato è la montagna con 3,8 milioni di italiani che lo scorso anno sono andati in vacanza sulla neve durante le feste di fine anno.

Naturalmente le restrizioni introdotte per contenere i contagi hanno effetti non solo sulle piste da sci ma sull'intero indotto del turismo di montagna, dall'attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro di fine anno – spiega Coldiretti – "dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l'abbandono e lo spopolamento".

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