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Conclave, elezione del nuovo Papa

Un sacerdote suggerisce ai cardinali chi non devono votare al Conclave: identificato dalla Polizia

Da sacerdote suggeriva ai cardinali chi non votare come nuovo Papa: lo “stalker del Conclave” è stato identificato dalle forze dell’ordine. Il religioso, che arriva dal Québec, stava promuovendo un cardinale conservatore che negli anni fu molto critico nei confronti di Bergoglio.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Da sacerdote suggeriva ai cardinali chi votare durante il conclave. Il religioso è stato identificato dalle forze dell'ordine e arriva dal Québec. All'ingresso del Petriano, dove entrano ed escono i cardinali che partecipano alla Congregazioni del pre Conclave, cercava di convincere i porporati a "non votare un Francesco II".

Padre Carlo staziona con un ombrello nero dietro le transenne ed è stato soprannominato "lo stalker del Conclave". Con la sua azione di "convincimento" e la sua "campagna elettorale" per Robert Sarah, si è fatto notare dalle forze dell'ordine che lo hanno identificato. Il religioso si è giustificato spiegando di "sentirsi messo da parte" nel processo del Conclave in quanto "membro ordinario della chiesa". "Capisco che la Chiesa si senta trascurata, ma ci sono cose che non si possono fare – ha affermato il sacerdote canadese -. Non voglio un Franceso II". Poi, anche agli agenti, ha detto di volere la nomina di Sarah.

Robert Sarah è uno dei cardinali che saranno presenti al conclave: molto diverso da Bergoglio, fa parte dei cosiddetti conservatori insieme a Raymond Leo Burke e Gerhard Ludwig Mülle. Nessuno dei tre è considerato papabile e al momento, secondo le prime stime, con i conservatori non sarebbero in grado di "imporre" un successore, ma sono pronti a far sentire la loro voce nelle sedi pontificie

Sarah difende la liturgia tradizionale, il celibato sacerdotale e la centralità del sacrificio eucaristico. Quando Bergoglio decise di limitare la messa in latino, Sarah si mostrò contrariato senza però alzare la voce come invece fece da subito Raymond Leo Burke,  altro grande estimatore della messa in latino, dei simboli del potere pontificio e più in generale della tradizione religiosa che con Francesco ha perso incarichi e privilegi (tanto da dover lasciare l'appartamento vaticano).

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