Ultras del Pescara ammazzato in una “spedizione punitiva”

Domenico Rigante, pregiudicato di 24 anni e tifoso del Pescara, è stato ucciso nella serata di ieri, intorno alle 22. Il ragazzo sarebbe stato scambiato per il fratello gemello Antonio. Secondo i primi accertamenti della polizia, l'omicidio è avvenuto nell’abitazione di alcuni amici dove si trovavano entrambi i fratelli. Inizialmente Antonio avrebbe avuto una lite furibonda con un gruppo di persone non lontano dalla casa sopracitata, in via Giambattista Polacchi. Dalle parole si è passati ai fatti, con Rigante costretto alla fuga dagli assalitori. Un inseguimento che ha portato Antonio nell'appartamento dove era già presente il fratello gemello per vedere la partita della squadra di calcio locale. Come riportato da Ansa.it, il gruppo di inseguitori ha con ogni probabilità confuso i due gemelli ed uno di loro ha sparato al fianco di Domenico, morto immediatamente dopo il ricovero in ospedale.
Sul caso sta indagando la Squadra Mobile di Pescara, diretta da Pierfrancesco Muriana, che si sarebbe già messa sulle traccia dell'omicida. Si tratta, secondo l'agenzia di stampa italiana, di un 22enne nomade, Massimo Ciarelli, con vari precedenti per possesso di droga, ma già noto alle forze dell'ordine per una sparatoria tra famiglie di rom. L'uomo non è stato rintracciato nella sua abitazione, ma le ricerche proseguono in maniera serrata. L'ipotesi degli investigatori è che l'omicidio sia da ricondurre a screzi tra alcuni ultras del Pescara e il gruppo di rom locali per motivi comunque estranei all' ambiente calcistico.
Domenico Rigante era stato sottoposto a Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive). Anch'egli conosciuto dalle forze dell'ordine perché coinvolto in indagini riguardanti una rapina e lo spaccio di droga. Secondo quanto scrive Il Centro, quotidiano pescarese, sarebbe stata la vittima stessa a rivelare il nome del suo assassino. Massimo Ciarelli, appunto, che lunedì sera, insieme ad altri rom, avrebbe avuto un battibecco nel centro storico di Pescara con il fratello gemello di Domenico Rigante, Antonio. In quella occasione il nomade avrebbe minacciato Rigante e gli avrebbe detto «Io ti ammazzo». Al vaglio degli inquirenti c'è, dunque, anche l'ipotesi della spedizione punitiva messa in atto dal Ciarelli ai danni di Antonio Rigante, terminata poi con lo scambio di persona e la tragedia sopradescritta.
Foto Il Centro