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Uccise moglie e figlia a fucilate, ergastolo in appello per Montefusco: in primo grado gli avevano dato 30 anni

Condanna all’ergastolo in appello per Salvatore Montefusco, il 73enne che il 13 ottobre 2022 uccise a fucilate la moglie Gabriela Trandafir, 47 anni, e la figlia Renata, 22. La Procura si era opposta ai 30 anni decisi in primo grado e alla precedente sentenza che includeva il discusso passaggio sulla “comprensibilità umana” dei motivi che avevano spinto l’uomo ad agire e che aveva portato a un’attenuazione della pena.
A cura di Eleonora Panseri
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I familiari delle due vittime (a sinistra), a destra: Gabriella e Renata.
I familiari delle due vittime (a sinistra), a destra: Gabriella e Renata.

I giudici di secondo grado hanno condannato all'ergastolo Salvatore Montefusco, l'uomo che il 13 ottobre 2022 uccise a fucilate la moglie Gabriela Trandafir, 47 anni, e la figlia della donna, Renata, 22, a Cavazzona di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena.

Oggi è stato quindi accolta l'impugnazione della Procura, con la sostituta pg Rossella Poggioli, che si era opposta alla condanna a 30 anni decisa in primo grado.

È stata dunque riformata la sentenza della Corte di assise modenese con il discusso passaggio sulla "comprensibilità umana" dei motivi che avevano spinto l'imputato 73enne ad agire e che aveva portato a un'attenuazione della pena. La decisione è arrivata dopo una breve camera di consiglio.

Per l'uomo è stato disposto anche l'isolamento diurno per un anno. I familiari delle vittime sono difesi dall'avvocato Barbara Iannuccelli. "La famiglia di Gabriela e Renata esprime una grandissima soddisfazione per l'ergastolo comminato", ha detto.

"È stato dunque riconosciuto che la concessione delle attenuanti generiche era assolutamente sbagliata, è stato dunque eliminato il giudizio di bilanciamento con le aggravanti", ha aggiunto l'avvocata.

Questa mattina sui suoi profili social Iannuccelli aveva scritto: "Renata Trandafir aveva solo 22 anni quando è stata massacrata a colpi di fucile a canne mozze davanti agli occhi della sua mamma Gabriella, massacrata anche lei a colpi di fucile a canne mozze davanti agli occhi del figlio minore".

"Noi mamme che passiamo la vita a vivere per i nostri figli, chissà il terrore vissuto. Morire, veder morire la propria figlia e morire davanti agli occhi dell’altro figlio. – ha aggiunto la legale – Nemmeno il peggior film del terrore può avere una trama così. Nessuna giustizia potrà mai cambiare il finale. Ma questo orrore potrà almeno “essere degno” di un ergastolo?".

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