Truffa milionaria col sistema Ponzi, decine di persone perdono tutto: 3 milioni finiscono in 41 conti in 11 Paesi

Una truffa milionaria ai danni di ignari cittadini è stata smantellata dai finanzieri del comando provinciale di Messina col sequestro di oltre tre milioni di euro nei confronti di un solo soggetto considerato responsabile di auto riciclaggio truffa esercizio abusivo dell'attività finanziaria.
Come scoperto dall’inchiesta, coordinata dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, il tutto si basava sul tristemente famoso schema Ponzi. Attraverso vari intermediari, ai cittadini veniva fatto credere di poter investire su remunerative aziende promettendo elevati rendimenti finanziari ma i soldi versati in realtà non tornavano mai indietro e andavano ad arricchire solo chi era al vertice della piramide truffaldina.
Nella rete della truffa sono finiti almeno 39 ignari investitori principalmente residenti nei comuni della fascia tirrenica del Messinese. Secondo l'inchiesta condotta dalle Fiamme Gialle, l'indagato aveva messo in piedi un vasto complesso di società, quasi sempre con sede all'estero, con lo scopo di reinvestire e schermare i proventi illeciti.

In realtà quasi nessuno di quella società aveva una reale attività ma erano semplicemente dei nomi sulle carte per nascondere le somme che venivano di volta in volta incamerate attraverso i versamenti degli ignari investitori.
L'inchiesta è nata dalla denuncia di nove truffati che raccontavano le medesime condotte da parte di chi li aveva raggirati. L'indagine ha permesso di fare ulteriore luce su una situazione già emersa nel 2021 da una precedente inchiesta che aveva ipotizzato l'esistenza di una associazione per delinquere finalizzata alla raccolta illecita del risparmio sul territorio di Messina.
Grazie all'utilizzo di avanzati strumenti di cooperazione internazionale, si è però riusciti a individuare beni mobili, depositi bancari e 41 conti correnti in 11 Paesi (Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Spagna), nei cui confronti sono stati inoltrati i provvedimento di sequestro fino ad un importo pari ad 3.069.800 euro corrispondente all'ingiusto profitto conseguito.