Taranto, carabiniere stermina la famiglia e poi si spara. Salvo il nipotino di 10 anni: era a scuola

Un carabiniere di 53 anni ha ucciso a colpi di pistola la sorella, il cognato e il padre. Poi ha rivolto l'arma contro se stesso e si è sparato alla gola. Il militare adesso è in fin di vita e versa in condizioni disperate in ospedale. La tragedia è avvenuta questa mattina, intorno alle 11.30 circa, a Sava, in provincia di Taranto. Al momento non si conoscono le ragioni del folle gesto e sul posto sono presenti le forze dell'ordine che indagano sull'accaduto, ma stando alle prime ricostruzioni, la miccia che ha scatenato la tragedia sarebbe stata una lite per questioni patrimoniali degenerata. Il carabiniere da tempo era in servizio al reparto Radiomobile di Manduria.
La tragedia si è consumata in una strada centrale del paese, in via Giulio Cesare, vicino al Comune. Sarebbero stati i vicini di casa ad allertare le forze dell'ordine e i soccorsi, una volta uditi in lontananza i colpi di pistola sparati dall'uomo. Sul luogo della tragedia è giunto anche il sindaco di Sava, Dario Iaia, che ha commentato: "Una sciagura inimmaginabile. Conosco bene i protagonisti, persone tranquille e rispettabili: mai avrei immaginato una cosa del genere".
L'unico superstite è il nipotino di 10 anni, che si è salvato perché a quell'ora era a scuola. "È andato a scuola stamattina e prima che tornasse per riabbracciare il nonno e i suoi genitori è rimasto orfano", ha proseguito il sindaco. "Noi siamo esterrefatti per la gravità dell’accaduto tanto più perché è successo in una famiglia normale e tranquilla della nostra cittadina. Mai avrei potuto immaginare una tragedia di tali dimensioni in questa famiglia e nella mia città".