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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Tragedia del Mottarone, la Cassazione annulla i domiciliari per Nerini e Perrocchio

Lo scorso ottobre il Riesame aveva accolto la decisione della Procura di Verbania di porre ai domiciliari Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, il gestore della funivia del Mottarone e il direttore d’esercizio a processo per la strage. Ora la Cassazione ha annullato la decisione rinviando l’ordinanza a una nuova sezione del Tribunale.
A cura di Susanna Picone
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La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio a una nuova sezione del Tribunale del Riesame di Torino il provvedimento con cui era stato accolto, lo scorso ottobre, il ricorso della Procura di Verbania e disposti gli arresti domiciliari per Luigi Nerini ed Enrico Perocchio. Si tratta di due dei principali indagati per la tragedia della funivia, quando sono rimaste uccise 14 persone e solo un bambino, il piccolo Eitan, è sopravvissuto.

La Cassazione, con un provvedimento depositato questa mattina, ha annullato la decisione del Riesame nei confronti di Perocchio, il direttore di esercizio della funivia, limitatamente alla scelta della misura, mentre non si è pronunciata sulle esigenze cautelari e sul quadro indiziario che quindi sono confermati. Nei confronti di Nerini, il titolare della concessione dell'impianto, la Corte ha invece annullato l'intero provvedimento del Riesame. Si attendono ora le motivazioni per capire quale sia il punto o i punti da rivalutare. Secondo la procuratrice di Verbania Bossi, il quadro accusatorio regge e in attesa delle motivazioni della Cassazione bisogna distinguere le due posizioni. Ha spiegato che per quanto riguarda Enrico Perocchio la Cassazione, rinviando per la sola rivalutazione del tipo di misura cautelare da applicare, ha confermato il quadro indiziario. Per quanto riguarda Nerini c’è un annullamento con rinvio per cui secondo la procuratrice anche in questo caso il quadro indiziario regge altrimenti ci sarebbe stato un annullamento senza rinvio.

Venerdì scorso c'è stata l'udienza per discutere il ricorso delle difese contro la decisione di ribaltare l'ordinanza con cui il gip Donatella Banci Buonamici il 29 maggio aveva respinto la richiesta di convalida del fermo per i due e per il capo servizio Andrea Tadini, e anche la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura eccetto che per Tadini, ai domiciliari. Il 26 maggio i tre furono fermati dal Procuratore della Repubblica Olimpia Bossi e dal pm Laura Carrera. I pm avevano poi impugnato il provvedimento del gip e a ottobre il Riesame aveva rilevato l'esistenza delle esigenze cautelari disponendo i domiciliari per Nerini e Perocchio. Quindi il ricorso in Cassazione delle difese contro l’ordinanza. A differenza di Tadini, arrestato e poi tornato libero per decorrenza dei termini, ai due non è mai stata applicata una misura cautelare.

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