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Toscana, 60 tonnellate di plastica in fondo al mare da 5 anni: tutti sanno ma nessuno le rimuove

La storia delle 56 balle di rifiuti cadute da un cargo e ora in fondo al mare la largo della Toscana in quelle che dovrebbero essere le acque protette del Santuario dei Cetacei del Golfo di Follonica col rischio di un disastro ecologico tremendo. Greenpeace ha deciso di presentare un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale nei confronti della Regione Toscana che in tutto questo tempo non è intervenuta per rimuovere i rifiuti.
A cura di Antonio Palma
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Tutti sanno della loro esistenza ma tra ritardi, rimpalli di ruoli e responsabilità da ben cinque anni 56 balle di rifiuti sono in fondo al mare la largo della Toscana in quelle che dovrebbero essere le acque protette del Santuario dei Cetacei del Golfo di Follonica col rischio di un disastro ecologico tremendo. Per questo ora Greenpeace ha deciso di presentare un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale nei confronti della Regione Toscana che in tutto questo tempo non è intervenuta per rimuovere i rifiuti. Si tratta delle ecoballe cadute in mare da una nave cargo salpata da Piombino nel lontano luglio 2015 e diretta a Varna, in Bulgaria, con un carico di 1.888 balle di rifiuti di plastica da incenerire.

A causa di un’avaria, poco dopo la partenza le balle finirono in mare senza che nessuno avvertisse le autorità. la scoperta avvenne pochi giorni dopo quando una balla finì accidentalmente nelle reti di un peschereccio. Da quel momento tra rimpalli di responsabilità e ritardi vi via sempre più pesanti, nessuno si è più occupato della vicenda e le circa 65 tonnellate di plastica rischiano ora di disperdersi in mare.

Secondo l’associazione ambientalista un ruolo fondamentale in tutto questo lo ha avuto la Regione Toscana che al tempo aveva in mano una fidejussione di quasi tre milioni di euro a garanzia dei possibili danni, anche ambientali, intercorsi durante le operazioni di trasporto e che potevano essere usati per recuperare il carico disperso ma che sono stati poi restituiti. “Ad oggi, nonostante la localizzazione di una parte delle balle di plastica, la nomina di un Commissario Straordinario, la dichiarazione dello stato di crisi ambientale decretato da ISPRA lo scorso maggio, non c’è alcuna certezza sulla rimozione di questi rifiuti. Ed è così che i danni sull’ecosistema marino potrebbero ulteriormente aggravarsi” spiegano da Greenpeace.

Dalla Regione però rigettano ogni accusa spiegando che “L’atto, che risale al novembre 2016, è stato firmato in piena autonomia dall’allora dirigente competente per legge, attualmente non più dipendente della Regione Toscana”  e che “In questi casi di trasporti trasfrontalieri, la fideiussione è prestata a favore del ministero dell’Ambiente a cui la suddetta nota di svincolo fu trasmessa per conoscenza” . “Nessuna informazione fu data invece al direttore competente, né all’assessore né tanto meno al presidente. Al ministro Costa, che nell’agosto 2018 domandò chiarimenti in merito all’atto di svincolo, la Regione ha risposto inoltrando l’istruttoria svolta dalla struttura dell’allora dirigente” aggiungono dalla Regione .

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