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Tornano i Forconi a Palermo. E si alleano coi No Tav

Il Movimento dei Forconi è tornato. Agricoltori, pescatori, artigiani e semplici cittadini, ai quali si è aggiunta una delegazione siciliana di No Tav, hanno bloccato gli ingressi del palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana a Palermo. Tensioni con la polizia.
A cura di Biagio Chiariello
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Tornano i Forconi a Palermo E si alleano coi No Tav

Una curiosa alleanza quella che si è concretizzata oggi a Palermo tra il Movimento dei Forconi e quello dei No Tav. Curiosa, ma attuale. In migliaia si sono riuniti in un corteo partito da piazza della Pace davanti alla sede dell'agenzia di riscossione Serit, dove sono state date alla fiamme alcune cartelle esattoriali: agricoltori, pescatori, artigiani e semplici cittadini, ai quali si è aggiunta una delegazione siciliana degli attivisti che ormai da 10 giorni sono tornati a battagliare contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità in Valsusa. Qualche momento di tensione con le forze dell'ordine si è verificato quando i manifestanti hanno provato a sfondare il cordone di poliziotti che presidia l’ingresso principale di palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale siciliana (Ars) – uno dei "palazzi del potere", oggetto di protesta dei Forconi.

Federalismo fiscale, defiscalizzazione dei carburanti e la questione della Serit con la sospensione dei pagamenti. Queste le tematiche che hanno portato il Movimento a scendere nuovamente in piazza, a distanza di oltre un mese dalla protesta che aveva bloccato l'Italia intera. I motivi sono sempre gli stessi: «protestare contro lo strozzinaggio che queste agenzie effettuano a danno della popolazione pesantemente colpite dalla crisi di banche e speculatori», come aveva alla vigilia della protesta, ieri, il leader dei Forconi, Mariano Ferro.

 L'incontro col presidente dell'Ars, Francesco Cascio, si è rivelato tuttavia inconcludente: «questi non sanno cosa rispondere, ci siamo rotti i c… Abbiamo occupato la commissione attività produttive e da qui non ce ne andiamo», ha affermato Ferro a margine dell'incontro». Scoraggiamenti anche nei confronti dei tavoli tecnici congiunti tra Regione e governo: «Si sono rivelati un bluff, ma ce lo aspettavamo. Ecco perché -aggiunge- avevamo chiesto di farne parte. La politica si conferma sorda. E allora ci faremo sentire». E ancora:

I problemi che poniamo devono essere risolti strutturalmente non con provvedimenti tampone. Vogliamo vendere le arance l'anno prossimo non a 4 centesimi al chilo le vogliamo vendere al giusto prezzo devono darci le risposte che chiediamo. Non vogliamo elemosine, vogliamo cambiamenti strutturali. Ci hanno risposto che la Regione può fare ben poco che i problemi che poniamo sono da governo nazionale. Aspettiamo cosa decide Lombardo.

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