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Torino, neonato di poche settimane trovato senza vita, sospetto caso di “sindrome da morte in culla”

Il piccolo è stato trovato morto a Nole Canavese, in provincia di Torino. Ad accorgersi che il piccolo non respirava più sono stati il padre e la madre.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Un bimbo di poche settimane di vita è morto questa mattina a Nole Canavese, in provincia di Torino. Ad accorgersi che il piccolo non respirava più sono stati il padre e la madre, che hanno dato l’allarme poco dopo le 7. Nel giro di pochi minuti è arrivata l’ambulanza ed è anche atterrato l’elisoccorso. I medici e gli infermieri del 118 hanno tentato di rianimare il bimbo, nato il 30 marzo senza nessun problema di salute, ma non c’è stato niente da fare. Insieme all’équipe medica sono arrivati anche i carabinieri di Mathi e gli agenti della polizia locale di Nole, pronti per scortare l’ambulanza nel vicino ospedale di Ciriè, ovemai ce ne fosse stato bisogno. I sanitari non hanno escluso che il neonato possa essere stato colpito dalla sindrome della morte in culla (Sids) che colpisce i bambini tra un mese e un anno di età.

Cos'è la Sids

Come spiega l'Istituto Superiore di Sanità la sindrome della morte in culla, o sudden infant death syndrome (Sids), colpisce i bambini tra un mese e un anno di età. La definizione Sids, che non corrisponde a una precisa patologia, si applica quando possono essere escluse, (previa autopsia e analisi accurate dello stato di salute del bambino e delle circostanze della sua morte), tutte le altre cause note per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni a eventi dolosi.

Non è stata ancora accertata con sicurezza una specifica causa medica in grado di spiegare la Sids vi sono invece una serie di comportamenti e di fattori di rischio che possono incidere significativamente sulla probabilità che la Sids si verifichi, come dimostrano numerosi studi e indagini. "Secondo quanto riportato dai Cdc americani – spiega ancora l'ISS – la ragione della Sids potrebbe risiedere in anomalie nella zona cerebrale che controlla i ritmi del sonno e della veglia. Per questo, diversi centri di ricerca propongono un modello di triplo rischio per spiegare la catena di eventi che portano alla Sids. In primo luogo, il bambino apparentemente sano e normale, soffre in realtà di una piccola anomalia nel sistema di regolazione dei ritmi cardiaci, respiratori o generali del proprio organismo. Si verificano poi nei primi mesi di vita cambiamenti nei ritmi del sonno, in quelli respiratori e/o cardiaci, nella pressione o nella temperatura corporea. Infine, eventi esterni, come il fatto di dormire in posiziona prona, l’esposizione a fumo passivo e piccole infezioni respiratorie, si aggiungono e aggravano la situazione, inducendo la Sids e quindi la morte del bambino. Secondo questo modello, si può parlare di Sids solo se i tre fattori sono compresenti".

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