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Torino, malato di leucemia non può essere curato: è straniero e non ha il codice fiscale

Il paziente è un cittadino extracomunitario senza permesso di soggiorno e dunque sena codice fiscale. L’impedimento burocratico poteva costare caro al malato che si era anche aggravato. Alla fine risolto grazie all’impegno dei medici e dell’ospedale. Il caso raccontato dal Presidente dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Torino, Guido Giustetto.
A cura di Antonio Palma
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Si è sentito improvvisamente male mentre era a casa tanto da dover essere trasportato d'urgenza in ospedale a Torino, qui purtroppo per lui è arrivata la terribile notizia: dopo le visite e gli accertamenti del caso, infatti, i medici gli hanno diagnosticato la leucemia mieloide cronica, una forma di tumore del sangue piuttosto rara che però può essere combattuta attraverso una terapia farmacologica specifica. A questo punto per il paziente è arrivata la notizia che in un certo modo è stata ancora più terribile e inattesa: la terapia c'era ma non si poteva procedere perché per richiedere lo specifico farmaco era necessario riempire un modulo con relativo codice fiscale del malato che lui però non possedeva. Il problema è che il paziente è un cittadino straniero originario della Tunisia, sposato con una straniera regolarmente residente in Italia ma senza il permesso di soggiorno.

Un impedimento burocratico che poteva costare caro al malato, che nel frattempo si era anche aggravato, e dal quale sarebbe stato impossibile uscire se non grazie all'impegno dei medici, come ha raccontato il Presidente dell'Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Torino, Guido Giustetto, portando alla luce la vicenda nel corso della presentazione del decalogo di richieste dei camici bianchi al futuro Presidente della Regione Piemonte. Per risolvere il problema, segnalato da un direttore di dipartimento di un ospedale torinese che è stato citato per ragioni di privacy, infatti è stato necessaria una mobilitazione che ha coinvolto Regione, Ordine dei medici  e persino il ministero della Salute.

"Abbiamo ricevuto una lettera dal direttore di una struttura complessa, che chiedeva di poter finanziare l’acquisto di un farmaco salvavita per un paziente non italiano che non aveva il codice fiscale, e che quindi non poteva averla attraverso il canale normale" ha raccontato Giustetto. Alla fine la medicina  è arrivata attraverso un altro canale ed è stato l'ospedale stesso a farsi carico delle spese. "Questo ci fa onore. Siamo orgogliosi: nessun collega, nella nostra sanità, si ferma di fronte a delle difficoltà imposte dalla legge sull’Immigrazione, ma pensa soprattutto alla salute del paziente, non solo dei cittadini", ha spiegato raccontato il Presidente dell'Ordine, concludendo: "Pensiamo che questa non sia un’eccezione e che ci siano altri casi che non sono accettabili. In ogni caso nessun medico si è arreso di fronte alla burocrazia e il problema è stato risolto"

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