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Tiziano, il papà di Renzi, resta indagato: accusato di bancarotta fraudolenta

Il gip di Genova Roberta Bossi non ha accolto la richiesta della Procura e ritiene necessario approfondire il caso relativo alla bancarotta fraudolenta della società di famiglia, la Chill Post.
A cura di Biagio Chiariello
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L’indagine per bancarotta a carico di Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio, Matteo, non può essere archiviata. Il gip di Genova, Roberta Bossi, non ha accolto infatti la richiesta della Procura, che a fine marzo aveva chiesto che il genitore del premier fosse scagionato dalle accuse relative al fallimento della Chil Post. Secondo il Secolo XIX, il giudice dell’indagine preliminare ritiene che le “anomalie” nella vicenda siano troppe e quindi nei prossimi giorni sarà comunicata la data di un’udienza per approfondire il caso, sentendo Renzi senior, oltre agli altri indagati Mariano Massone e Antonello Gabelli. Seconda la Bossi, che accolto le richieste di uno dei creditori, restano degli interrogativi sulla Chil Post: la cassa dell’azienda di famiglia potrebbe essere stata svuotata prima di essere stata dichiarata in fallimento.

I prossimi passi del caso

E’ Repubblica a informare sui prossimi passi del caso: “In una delle udienze il giudice intende ascoltare Tiziano Renzi, poi Mariano Massone (genovese di 44 anni) e Antonello Gabelli (alessandrino di 53 anni). Secondo la Procura dei Genova questi due sarebbero i veri autori della distrazione dei capitali, tanto da averne chiesto il rinvio il processo. Per il gip, però, le responsabilità non sarebbero chiare. Tant’è che vuole chiedere un supplemento di indagini, una consulenza da affidare ad un commercialista, a un fiscalista sappia leggere meglio di un magistrato dentro i registri contabili, i bilanci della società esercente attività di marketing e distribuzione di prodotti pubblicitari (tra cui alcuni giornali)”.

L'inchiesta a carico di Tiziano Renzi

Il padre del premier sarebbe accusato di aver sottratto un milione e 300mila euro dalla società, per poi farla fallire e cederla appunto a Massone e Gabelli. L'imputazione di bancarotta fraudolenta è relativa all’ipotesi di reato in cui una società fallisce e non paga più i suoi creditori perché la parte sana, che può dare reddito ed essere quindi solvibile, viene ceduta a terzi. “L’atto di cessione di azienda tra marito e moglie mostra come la società acquirente in realtà si faccia carico di una parte dei debiti accumulati dal venditore”, scriveva Marco Imarisio sul Corriere della Sera. Nella vicenda che vede ancora indagato Tiziano Renzi, la parte sana della Chil Post sarebbe stata ceduta alla Eventi 6 srl (evoluzione della stessa società).

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