video suggerito
video suggerito

“Ti faccio fare la fine di Paolo Taormina”, la frase del bimbo di 9 anni in una scuola dello Zen di Palermo

“Ti faccio fare la fine di Paolo Taormina” e “Da grande voglio spacciare”. Le parole di un alunno della scuola Giovanni Falcone allo Zen 2 di Palermo hanno allarmato insegnanti e cittadini. La città è ancora scossa dall’omicidio del 21enne ucciso davanti al suo pub, mentre il quartiere chiede interventi concreti per fermare violenza e degrado.
A cura di Biagio Chiariello
544 CONDIVISIONI
Immagine

“Ti faccio fare la fine di Paolo Taormina”. “Da grande voglio spacciare”. Sono le frasi pronunciate da un bambino di nove anni della scuola Giovanni Falcone allo Zen 2 di Palermo, riportate da un insegnante dell’istituto. Parole che gelano il sangue, pronunciate nella città ancora scossa dall’omicidio di Paolo Taormina, il 21enne ucciso sabato notte davanti al pub di famiglia mentre tentava di sedare una rissa.

Il docente, intervenuto durante la fiaccolata di ieri sera in memoria del giovane, ha denunciato la situazione drammatica che vivono quotidianamente le scuole del quartiere: “Quel bambino vive nella totale criminalità. Abbiamo segnalato la questione – dice – Non succederà nulla, ma difendo la scuola, i miei bambini, le persone perbene. C’è un tasso di criminalità altissimo. Lo Stato deve intervenire in quel quartiere, dove vige solo una mentalità".

Le parole del piccolo non possono essere considerate semplicemente come un piccolo gesto di ribellione infantile, ma  quanto piuttosto come riflesso di un contesto sociale degradato, dove l’esempio di criminali locali o dei modelli di malavita mostrati in film e serie tv spesso diventano punti di riferimento per i più giovani. L’insegnante ha lanciato un appello urgente: “Aiutateci, da soli non ce la facciamo. Servono educatori, presenze specializzate, supporto concreto. Se un bambino dice che da grande vuole fare lo spacciatore, il problema non è solo della scuola, è di tutta la società”.

Palermo è stata sconvolta sabato notte dall’uccisione di Paolo Taormina, 21 anni, davanti al locale di famiglia. Il giovane, intervenuto per sedare una rissa, è stato raggiunto da un colpo di pistola alla testa sparato da Gaetano Maranzano, 28 anni, residente allo Zen. Maranzano è stato fermato dai carabinieri e ha confessato il delitto; nella sua abitazione è stata sequestrata una pistola calibro 9 compatibile con l’arma del delitto. Un video di sorveglianza ha immortalato l’intera scena, mostrando Maranzano con la pistola in mano, pronto a minacciare anche la sorella della vittima.

La tragedia ha riacceso il dibattito sul degrado e l’insicurezza a Palermo. Ieri sera un corteo di circa mille persone ha attraversato il centro cittadino, silenzioso e con candele accese, in un abbraccio collettivo di genitori, insegnanti e familiari delle vittime della strage di Monreale, per chiedere giustizia e protezione.

Oggi il prefetto Massimo Mariani incontrerà una delegazione di sindacati e associazioni per discutere le emergenze sociali e la sicurezza urbana. I sindacati denunciano una situazione al limite: “La città è allo sbando, il degrado e la violenza stanno soffocando Palermo. Serve più sicurezza, interventi sul disagio sociale e una presenza istituzionale costante”.

544 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views