video suggerito
video suggerito

Test del finto cliente, Pam conferma i licenziamenti: niente reintegro per i 3 cassieri allontanati

Pam conferma i licenziamenti dei tre cassieri del “test del finto cliente” e respinge la mediazione dei sindacati. Ora parte il ricorso legale e cresce la mobilitazione.
A cura di Davide Falcioni
0 CONDIVISIONI
Immagine

Non ci sarà alcun ritorno al lavoro per i tre cassieri dei supermercati Pam di Siena e Livorno licenziati nei giorni scorsi dopo non aver superato il cosiddetto "test del finto cliente". L’incontro nazionale di ieri, 20 novembre, che nelle intenzioni dei sindacati avrebbe dovuto portare al ritiro dei provvedimenti disciplinari, si è concluso con una chiusura totale da parte dell’azienda. La richiesta di revoca è stata respinta e i licenziamenti restano confermati. È la svolta più dura in una vicenda che ha acceso la protesta dei lavoratori e svelato un discutibile escamotage – il "test del finto cliente" – impiegato dalla Pam per controllare i suoi dipendenti.

La vicenda del "test del finto cliente" i dipendenti licenziati da Pam

La storia era emersa nelle scorse settimane: ispettori interni di Pam, fingendosi clienti, avrebbero nascosto piccoli articoli dentro confezioni chiuse – profumi o cosmetici infilati tra bottiglie d’acqua o lattine di birra – per verificare la capacità dei cassieri di identificare eventuali furti. Chi non ha rilevato gli oggetti occultati è stato sanzionato e, nel caso dei tre lavoratori di Siena e di un'area del livornese, la sanzione è stata immediatamente il licenziamento.

Una misura giudicata sproporzionata dal sindacato, che già dopo i primi provvedimenti aveva denunciato metodi "autoritari" da parte dell’azienda e affermato che il test non può trasformare un cassiere in un investigatore né attribuirgli responsabilità non previste dal contratto collettivo. Non solo: intervistato da Fanpage.it, nei giorni scorsi Stefano Nicoli, segretario generale della Filcams Cgil Toscana, aveva evidenziato come i tre lavoratori sanzionati fossero o sindacalisti o persone con una certa anzianità di servizio, quindi piuttosto costose per l'azienda. Insomma, secondo il sindacato i licenziamenti sarebbero stati mirati.

Sciopero dei lavoratori Pam in arrivo

Lo stesso Nicoli ha confermato a Fanpage.it l’esito del confronto di ieri con Pam e ricostruito quanto accaduto negli ultimi giorni. "All’incontro nazionale abbiamo chiesto il ritiro delle procedure disciplinari. L’azienda ha detto che non è intenzionata a farlo. I licenziamenti restano confermati e ora si dovrà andare per le vie legali".

Secondo Pam, i cassieri avrebbero mancato di attenzione, non verificando con sufficiente scrupolo il contenuto dei carrelli. Una tesi che il sindacato contesta radicalmente: "I cassieri non sono poliziotti. Spesso è la stessa azienda a dire ai clienti di non sollevare le casse d’acqua perché sono pesanti. Poi però si imputano ai lavoratori mancate verifiche all’interno delle confezioni. È un cortocircuito evidente", afferma Nicoli, che spiega come alcuni delegati sindacali abbiano persino proposto alla Pam una mediazione, ovvero convertire il licenziamento in un'altra sanzione disciplinare. Anche questa ipotesi è stata scartata dall'azienda. Per questa ragione i legali della Filcams stanno già preparando i ricorsi: "Un cassiere non è un agente di polizia. L’azienda sta imputando ai lavoratori mansioni che non rientrano nel loro livello professionale né nel contratto collettivo. La difesa partirà da qui", dice Nicoli.

Mobilitazione in arrivo

Accanto al percorso giudiziario, il sindacato prepara la protesta, mentre da tutta la grande distribuzione stanno infatti arrivando messaggi di solidarietà spontanei ai lavoratori licenziati: "Conad, Lidl, Carrefour, Unicoop. Decine di comunicati. La preoccupazione è che, se questi provvedimenti diventeranno normali in Pam, possano diventarlo ovunque".

Il 24 novembre, a Firenze, è previsto uno sciopero dei lavoratori Pam, convocato inizialmente per la situazione del punto vendita dei Gigli, dove 45 dipendenti rischiano il posto. Sarà anche il primo momento pubblico di mobilitazione sulla vicenda dei tre licenziati. "Saremo al presidio all’unità di crisi della Regione Toscana – conclude Nicoli – insieme a una delegazione dei lavoratori. Poi seguiranno altre iniziative. Se l’azienda ha chiuso ogni disponibilità al dialogo, restano il ricorso e la mobilitazione collettiva. Il nostro obiettivo è ottenere il reintegro dei lavoratori licenziati, ed evitare che ad altri in futuro accada qualcosa di simile".

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views